Si terrà il 15 e il 16 settembre a Roma, presso l’Ospedale San Carlo di Nancy, ospedale romano di GVM Care & Research accreditato con il SSN, la IV edizione del Corso avanzato di ecocardiografia transesofagea 3D.
Guidato da una faculty di caratura internazionale, con specialisti da Italia, USA, Grecia, Germania e Svizzera, l’appuntamento sia teorico che pratico è patrocinato dalla “Mitral Academy” (associazione italiana indipendente per la diffusione delle migliori pratiche nell’ambito della chirurgia mitralica mininvasiva). Il Corso si propone di evidenziare il ruolo dell’ecocardiografia tridimensionale in cardiochirurgia e nell’interventistica strutturale e si rivolge a cardiologi, cardiochirurghi, cardioanestesisti con particolare interesse per l’imaging ecocardiografico.
Cos’è l’ecocardiografia transesofagea 3D? Una tecnologia diagnostica che permette di ricostruire un’immagine tridimensionale del distretto corporeo da trattare mediante gli ultrasuoni. È attualmente l’unica metodica che permette un’alta definizione delle immagini anche in movimento e può essere utilizzata sia in fase preoperatoria per pianificare l’intervento, che in fase intraprocedurale, ovvero come monitoraggio durante la procedura stessa.
“L’obiettivo del corso è quello di permettere all’ecocardiografista di avere una visione ad ampio spettro ed approfondita sulla metodica transesofagea, di saper acquisire, ottimizzare e analizzare dataset 3D e di comprendere a pieno il proprio ruolo avendo un confronto diretto con cardiochirurgo ed interventista, in particolare nella valutazione preoperatoria e intraoperatoria delle valvulopatie”, commenta il dott. Corrado Fiore, Responsabile Scientifico del corso e cardiologo di GVM Care & Research.
I principali vantaggi si hanno nella definizione di una diagnosi preoperatoria ancor più precisa e di conseguenza con una ricaduta sul successo dell’intervento stesso: più l’ecocardiografia è accurata, maggiori sono le probabilità di successo. In alcuni ambiti, come negli interventi di riparazione della valvola mitralica, non si può prescindere tutt’oggi dall’impiego dell’ecocardiografia 3D. Oltre all’accuratezza e alla precisione diagnostica, tra i vantaggi vi è anche la riproducibilità dell’esame: con un buon training alle spalle, gli operatori riescono ad uniformare la prestazione. A differenza dell’ecocardiografia 2D, il cui esito è soggetto a valutazione soggettiva dell’operatore, infatti, l’ecocardiografia tridimensionale, che si avvale di nuovi software basati sull’intelligenza artificiale per l’elaborazione dei parametri rilevati, consente di arrivare ai medesimi risultati e valutazioni, a prescindere dalla struttura in cui viene eseguita.
Il corso si articola in lezioni teoriche, workshop e prove pratiche, come ad esempio le sessioni “hands-on” su manichini-simulatori di ultima generazione, che permettono un approccio molto realistico e vicino alla realtà.
Il corso è arricchito inoltre da letture magistrali a cura di nomi illustri quali David Adams, uno degli specialisti più affermati nel campo della ricostruzione della valvola mitrale e presidente del Mount Sinai Health System di New York, USA (“Degenerative repair in Barlow’s disease. State of the art”), Mani A. Vannan, responsabile dell’imaging cardiovascolare al Piedmont Heart Institute di Atlanta, USA (“Transesophageal Echocardiography (TEE) and Intracardiac Echocardiography (ICE) for guiding percutaneous procedures. State of the art”; “How has 3D echocardiography impacted our daily clinical practice?”), Hans-Joachim Schäfers, uno dei pochi specialisti al mondo che impiegano l’ecografia 3D per le riparazioni della valvola aortica e direttore del dipartimento di chirurgia toracica e cardiovascolare al Saarland University Medical Center di Amburgo, Germania (“Aortic Valve Repair – The basics. State of the Art”).
Ulteriore plus del corso è la possibilità di assistere a un intervento live di riparazione mitralica in mininvasiva, eseguito dal prof. Giuseppe Speziale, presidente della Mitral Academy e coordinatore nazionale delle cardiochirurgie di GVM Care & Research.
Le sessioni prevedono infine discussioni collegiali: 7 casi per analizzare perché sia meglio utilizzare la tecnologia tridimensionale rispetto alla bidimensionale; 6 casi in merito all’impiego per il trattamento delle patologie delle valvole aortica e tricuspide; 5 casi relativi all’utilizzo per procedure percutanee in casi complessi.