Secondo dati combinati diffusi dagli uffici anagrafe, Marta è il 20° tra i nomi femminili più usati in Italia. Marta, Maria e Lazzaro erano gli “amici di famiglia” di Gesù, che si recava spesso a pranzo da loro. Un giorno Marta si lamentò…
…perché la sorella Maria “non alzava una paglia” nelle faccende domestiche, che doveva sbrigare da sola. Scrive l’evangelista Luca che Cristo le diede questa risposta enigmatica: “Marta, Marta, tu ti affanni e t’inquieti di troppe cose. Una sola cosa è necessaria”. Senza aggiungere altro. Un giorno Lazzaro morì e le due sorelle fecero cercare Gesù per avvertirlo. Ma egli arrivò soltanto quattro giorni dopo, a funerali avvenuti. Sempre Luca narra nel suo Vangelo che Marta, appena seppe che Gesù stava arrivando gli andò incontro, mentre Maria se ne stava in casa a piangere. Disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto. Ma anche ora so che tutto quello che domanderai a Dio, te lo concederà. Gesù le disse: Tuo fratello risorgerà. Rispose Marta: Lo so che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno. E Gesù: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se morto vivrà e chi vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo? Ella rispose: Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il figliuolo di Dio vivo, che sei venuto in questo mondo”.
Andarono al cimitero e subito Cristo, davanti a una folla di Giudei incuriositi, ordinò: “Togliete la pietra “. Marta osservò: “Signore, già puzza, perché da quattro giorni è lì”. Gesù rispose: “Non ti ho detto che se credi vedrai la gloria di Dio?”. Gesù richiamò in vita Lazzaro, e “molti Giudei”, conclude l’Evangelista, “venuti da Maria e da Marta, avendo visto quanto aveva fatto Gesù, credettero in Lui”.
E’ probabile che Marta fosse presente al Calvario durante la Passione, insieme alle altre pie donne. Dopo l’Ascensione di Gesù al cielo, Marta, con la sorella Maria ed il fratello Lazzaro, fu dai Giudei gettata in mare su una zattera sfasciata, che sicuramente sarebbe affondata al largo. Ma l’imbarcazione, miracolosamente protetta e guidata da una mano divina, giunse intatta nel golfo di Marsiglia. In questa città Marta fondò una comunità di vergini che governò santamente, finchè ricca di meriti, il 29 luglio dell’84, passò al “gaudio sempiterno”. Le sue reliquie si venerano a Tarascona, sul Rodano, dove, secondo una leggenda, domò un mostruoso animale che terrorizzava la popolazione, la “tarasque”.
Sotto: statua lignea di Santa Marta a Intra e lo splendido reliquiario di Santa Marta, nell’omonima chiesa di Tarascona (Provenza)