“Non dobbiamo avere più timore di mettere a norma, in sicurezza, il patrimonio culturale esistente. Perché oggi è possibile” senza ricorrere a interventi impattanti. Ciro Cannelonga, ceo di Polis Consulting, lo spiega all’Agenzia Dire, nel giorno in cui a Firenze, nell’auditorium Paolucci degli Uffizi, è in corso ‘Sicurezza antincendio a protezione del patrimonio culturale – Innovazione per proteggere la bellezza’, seconda tappa di ‘Sicurtech Expo 2024’, prcorso di eventi organizzati da Uman, Anima-Confindustria, dagli ordini provinciali degli ingegneri e dal Comitato scientifico Fire di Remtech Expo.
“Oggi per la prima volta parliamo di come, attraverso una nuova metodologia, abbiamo risolto un paradigma importante: coniugare il diritto alla sicurezza con la tutela del vincolo” posto sul patrimonio storico e artistico. “Dimostreremo come sia possibile garantire la sicurezza del nostro immenso patrimonio culturale senza alterarne la struttura”, lavorando “soprattutto sui nuovi modelli previsionali e di gestione dell’emergenza”, grazie ai quali “riusciamo a risolvere un paradigma: prevedere l’emergenza. Possiamo dire, in altre parole, che proteggeremo il passato attraverso i metodi del futuro, che da oggi però sono il presente”.
Come? “Rispetto alla vecchia metodologia prescrittiva e monolitica, al centro di tutto oggi c’è il rischio. Partendo dall’analisi del rischio, quindi, possiamo valorizzare una serie di componenti, come la resistenza al fuoco dei materiali o delle strutture. Ma anche la presenza dell’uomo, perché l’uomo fa la differenza nel vincere o perdere la battaglia della sicurezza“, sottolinea Cannelonga.
Il tutto, prosegue, viene condensato in due parametri fissi: “L’approccio prestazionale e l’uso dei modelli previsionali dell’esodo e dell’emergenza”. Nel primo caso “si parla di impiantistica, tecnologia ma anche di gestione, come la formazione delle persone dedicate. Tutte queste componenti diventano misure di mitigazione del rischio che vanno a compensare quelle opere strutturali che non si possono fare per la peculiarità e il valore degli edifici tutelati”. Sull’aspetto previsionale, invece, “simuliamo i tempi e le modalità di evacuazione con la propagazione, ad esempio, dell’incendio e del fumo”. Le due componenti, in sostanza, “unite insieme permettono di evitare, o meglio, di minimizzare gli interventi strutturali da fare per la messa a norma degli edifici tutelati”.
La prossima sfida, aggiunge, “sarà quella del passaggio al piano di emergenza dinamico prodotto in real time dalle simulazione nelle condizioni di esercizio reali”, conclude Cannelonga.
Fonte: Agenzia Dire