Aiscat parla di «gravissima lesione» e avanza dubbi di incostituzionalità. Se il concessionario è inadempiente e questo provoca lo stop della concessione: al concessionario spetterà un rimborso pari al «valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti», ma a questo ammontare deve essere<br/>«detratto quanto il concessionario è tenuto a pagare per il<br/>risarcimento dei danni derivati dal suo inadempimento»
di Andrea Carli e Nicoletta Cottone
Il premier Giuseppe Conte nel corso di una riunione a Palazzo Chigi (Ansa)
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In caso di revoca, decadenza o risoluzione di concessioni di strade o autostrade, in attesa di individuare un nuovo concessionario, la gestione può passare all’Anas. Al concessionario è dovuto il valore delle opere realizzate, le penali e gli altri costi da sostenere in conseguenza dell’estinzione del rapporto, a meno che lo stop alla concessione sia per suo inadempimento. In pratica se il concessionario è inadempiente e
questo provoca lo stop della concessione, al concessionario spetterà un rimborso pari al «valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti», ma a questo ammontare deve essere «detratto quanto il concessionario è tenuto a pagare per il risarcimento dei danni derivati dal suo inadempimento».
È una delle misure previste dal decreto Milleproroghe, il provvedimento che dopo un Consiglio dei ministri fiume, durato circa sette ore, ha ottenuto il via libera del consiglio dei ministri con la formula “salvo intese”. Italia viva ha fatto sapere di non aver votato la misura. Il testo su cui è stata condotta la discussione ha subito modifiche rispetto alla bozza originaria arrivata sul tavolo di lavoro.
Di Maio: avviare revoca concessioni, il Governo sarà compatto
In un posto pubblicato domenica 22 dicembre, Luigi Di Maio insiste sul tema. «Bisogna avviare un percorso – scrive – che ci porti alla revoca delle concessioni autostradali. Chi si oppone a tutto questo di sicuro non fa il bene del Paese. Sono sicuro che anche in questa occasione il governo, con grande senso di responsabilità, darà dimostrazione di compattezza. Per noi questa è una battaglia di civiltà, perché serve giustizia per le vittime del ponte Morandi».
La protesta dei concessionari autostradali
I concessionari autostradali sono “sul piede di guerra”. L’ Aiscat, l’Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori, ha espresso «sconcerto e incredulità per l’articolo 33 del Dl Milleproroghe» sulla revoca delle concessioni. «Sembra inficiato da forti dubbi di incostituzionalità, genera una gravissima lesione dello Stato di diritto, in quanto modifica per legge e in modo unilaterale i contratti in essere tra lo Stato e i concessionari autostradali»: provvedimento che «rischia di provocare conseguenze estremamente gravi nei confronti di diverse società concessionarie, in particolare di quelle quotate in Borsa».
Via libera al decreto sulle intercettazioni
Sul tavolo della riunione dell’esecutivo anche un decreto ad hoc sulle intercettazioni, che invece ha ottenuto il via libera del governo senza la formula “salvo intese”. La discussione è stata piuttosto animata su entrambi i provvedimenti, di qui il via libera con la formula “salvo intese”. Nella tarda serata di venerdì 20 dicembre era stato deciso di stilare un decreto ad hoc sulle intercettazioni dopo l’aut aut dei giudici della Consulta che con la sentenza n. 247/2019 – proprio mentre la Camera licenziava con una maratona notturna il decreto fiscale collegato alla manovra 2020 – hanno dichiarato l’illegittimità costituzionale anche per estraneità di materia di un articolo aggiunto in Parlamento nella conversione, neanche a farlo apposta, del Dl fiscale dello scorso anno (119/2018).