L’Italia è prima fra i big europei per “mammoni” o “bamboccioni” ancora a casa. Lo attesta la fotografia scattata da Eurostat, l’Istituto europeo di statistica su dati 2017. I “giovani adulti” tra i 25 e i 34 anni quasi per la metà – esattamente il 49,3% – vive ancora con i genitori. E in media chi riesce a uscire di casa lo fa dopo i 30 anni. E questo mentre nella media dei 28 Paesi Ue vive ancora con i genitori solo il 28,5% di questa fascia della popolazione. In Europa si esce di casa in genere a 26 anni.
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Ecco cosa rallenta l’emancipazione
Le motivazioni di questo ritardo vanno però cercate non solo nelle difficoltà economiche, ma anche nelle caratteristiche socio-culturali di vario genere del Paese e delle famiglie italiane, che rallentano l’emancipazione dal nucleo familiare. E fanno salire l’Italia in vetta, tra i grandi Paesi dell’Unione europea, in questa classifica stilata da Eurostat.
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Fenomeno in ripresache interessa soprattutto gli uomini
Eurostat segnala poi che in Italia il fenomeno è in lieve ripresa, dopo la contrazione registrata nel 2016, quando si passò dal 50,6 al 48,9%. E interessa di più gli uomini, saliti dal 57,2% del 2016 al 57,9 del 2017, rispetto alle donne (40,6% nel 2017 rispetto al 40,3 del 2016 e al 41,7 dell’anno precedente).
Peggio di noi solo croati, slovacchi e greci
Ad avere ancora maggiori problemi dei nostri ‘giovani adulti’ sono solo croati (59,7), slovacchi (57%) e greci (56,3%). Tra i ‘big’ Ue solo la Spagna si avvicina al dato italiano facendo registrare una quota del 42,8%. In Germania ad abitare ancora con mamma e papà è il 17,3% della popolazione tra i 25 e i 34 anni, quota che scende al 14,9% nel Regno Unito e al 13,5% in Francia.
I più precoci i danesi
I più precoci si confermano comunque i nordici: in Danimarca solo il 3,2% di questa fascia sta ancora a casa, quota che diventa il 4,7% in Finlandia e il 6% in Svezia. Parallelamente, svedesi, danesi, lussemburghesi, estoni, tedeschi, francesi, olandesi e inglesi escono di casa tra i 18 anni e mezzo e prima dei 25.
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