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Dietro la crisi degli oppioidi negli Stati Uniti ci sarebbe un colosso farmaceutico

Sackler oppioidi usa 

Handout / US Drug Enforcement Administration / AFP 

L’OxyCotin, l’antidolorifico al centro dello scandalo che coinvolge la famiglia Sackler

Fino a ieri era solo una invidiata famiglia di Brooklyn, ricchi miliardari, medici e filantropi finanziatori del MoMa. Adesso, dopo l’inchiesta avviata dal procuratore dello Stato di New York, la famiglia Sackler, proprietaria del colosso farmaceutico Purdue Pharma, è accusata di essere la “mente” dietro l’epidemia di farmaci a base di oppioidi che sta avvelenando l’America.

Nel mirino sono finite le fortune, circa 13 miliardi di dollari, che la famiglia Sackler ha accumulato dalla vendita dei farmaci e che ha depositato in una galassia di società, sotto il nome di Mundipharma, che si estende dalla Cina all’Australia fino al Regno Unito. La famiglia Sackler è, soprattutto, la produttrice dell’OxyContin, uno degli analgesici a base di oppioidi, molto più potenti della morfina, considerati causa dell’epidemia di morti da overdose che sta colpendo gli Stati Uniti.

Le sole vendite di OxyContin sono in continua ascesa: dal 2008 al 2015, questo farmaco, diffuso anche in Europa, ha portato ai Sackler ricavi per quattro miliardi di dollari. Negli Usa l’OxyContin, assieme a un altro farmaco, il Fentinyl, sta producendo gli effetti piu’ preoccupanti.

Tra i colpiti persino i neonati

Tra i colpiti incredibilmente persino i neonati. Secondo il Centro americano per la prevenzione e controllo della malattia, il numero di gravidanze di donne dipendenti dai farmaci oppioidi è aumentato in modo esponenziale: nel 2014 quasi 32 mila bambini nati negli Stati Uniti avevano mostrato sintomi di astinenza da oppioidi.

La media era di un neonato ogni quindici minuti. Il fatturato annuo legato ai farmaci a base di oppioidi si aggira sui 78,5 miliardi di dollari. Ma il costo in vite umane è sempre più alto: ogni giorno centotrenta persone muoiono negli Stati Uniti per overdose di farmaci.

Nel campo degli affari i Sackler dunque – secondo il procuratore dello Stato di New York – avrebbero mostrato un altro volto: come risulterebbe da alcuni documenti in mano alla procura, riuniti sotto il nome di “Tango Project”, l’azienda era consapevole di fare affari sfruttando la dipendenza che i loro stessi farmaci inducono nei pazienti: “Trattamento del dolore e dipendenza sono naturalmente legati”, si legge nel documento. Lo schema prevedeva la diffusione del farmaco per lenire i dolori e poi, generando dipendenza del paziente, immettere sul mercato un altro farmaco per lenire la dipendenza.

200 mila americani sono morti per overdose da oppioidi 

Nel mirino della procura ogni tipo di paziente, dalla “donna di cinquant’anni con dolori cronici alla schiena – si legge in un documento interno – all’atleta di diciotto anni reduce da infortunio, dal più ricco al più povero”. Gli avvocati della famiglia hanno negato qualsiasi intento da parte dei Sackler di voler monetizzare gli effetti collaterali dei farmaci, contestando l’ipotesi di aver volutamente favorito l’epidemia per accrescere gli affari.

Da quando l’OxyContin è uscito sul mercato, più di 200 mila americani sono morti per overdose legata alla prescrizione di oppioidi, un dato inquietante che – secondo quanto racconta un’inchiesta del New York Times – poteva rivelarsi cattiva pubblicità per il prodotto. La strategia sarebbe stata quella di dare la colpa ai pazienti. “Dobbiamo martellare in ogni maniera chi ne fa abuso – avrebbe affermato Richard Sackler, rivolgendosi ai suoi dipendenti – loro sono i colpevoli e il problema. Sono criminali imprudenti”.

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