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Mosca definisce “provocazione” l’espulsione da parte del governo Olandese di 4 presunti hacker

La Russia considera l’arresto e l’espulsione di quattro suoi cittadini dall’Olanda, accusati di essere spie, come parte di una “campagna provocatoria di propaganda anti-russa”, volta a “politicizzare” le attività dell’Opac.

La Russia considera l’arresto e l’espulsione di quattro suoi cittadini dall’Olanda, accusati di essere spie, come parte di una “campagna provocatoria di propaganda anti-russa”, volta a “politicizzare” le attività dell’Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche).
L’ammonimento è contenuto nella nota del ministero degli Esteri, consegnata lunedì all’ambasciatrice olandese a Mosca, Renee Jones-Bos; ed e’ la risposta alla precedente nota con cui le autorità olandesi, la settimana scorsa, hanno protestato con il rappresentante diplomatico russo Aleksandr Shulgin, per il coinvolgimento di quattro russi, considerati agenti dell’intelligence militare di Mosca (Gru), in cyber-attacchi contro l’Opac, che ha sede a l’Aja.

 

“Tali passi – si legge nella nota del ministero russo – stanno causando un danno irreparabile alle relazioni bilaterali e di questo sono interamente responsabili i Paesi Bassi”.
Secondo le accuse, l’intelligence militare e i servizi segreti olandesi, ad aprile, hanno sventato un attacco da parte di hacker russi contro l’Opac. I quattro russi coinvolti sono Aleksei Morenets, Yevgeny Serebryakov, Oleg Sotnikov e Aleksei Minin, tutti espulsi dal Paese il 13 aprile. A detta delle autorità olandesi, i quattro lavorano per il Gru. L’equipaggiamento confiscato e i loro spostamenti provano, sempre secondo l’Olanda, che il gruppo ha tentato di hackerare il sistema informatico dell’Opac e di condurre un’operazione di spionaggio informatico sui file relativi alle indagini sull’abbattimento, nel 2014, del volo MH17 della Malaysian Airlines sui cieli dell’Ucraina.

 

La Russia ha subito negato qualsiasi coinvolgimento. Lunedì, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, ha spiegato che “non vi e’ alcun segreto” sul fatto che i quattro – arrivati in Olanda il 10 aprile, con passaporti diplomatici – fossero agenti del Gru: stavano compiendo un “viaggio di routine” alla sede diplomatica russa e le attrezzature che avevano con se’ erano destinate a “testare i sistemi informatici” dell’ambasciata. A suo dire, l’Olanda non ha fornito ancora “ prove, fatti concreti” che giustifichino le sue accuse.

fonte agi

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