Il 45% dei lavoratori che ha preso parte a un corso di formazione professionale
nel 2022 ha meno di 40 anni. I dati del VI Sportello dell’Avviso FEMI FondItalia 2022.01
illustrano quanto gli under 40 siano la parte più incisiva nella platea di lavoratori che ha
deciso di intraprendere un corso di formazione per aumentare le proprie competenze
professionali.
Un dato che, se paragonato allo stesso periodo dello scorso anno, ha visto una crescita del
4% (nel 2021 erano stati il 42% gli under 40 ad aver preso parte a uno dei progetti di
formazione approvati da FondItalia – Fondo Paritetico per la formazione continua dei
lavoratori).
Nel dettaglio, su un totale di 16.630 lavoratori che hanno avuto accesso a uno dei 768
progetti approvati dal Fondo, circa la metà hanno un’età inferiore ai 40 anni; circa un terzo
hanno un’età compresa tra i 29 e i 39 anni e poco meno di 3.000 hanno un’età fino ai 29
anni. Degli under 40 che hanno partecipato ad almeno un percorso formativo nel 2022, il
63% sono uomini, mentre il 37% donne. Anche nella sola fascia fino ai 29 anni, sono stati i
maschi ad aver maggiormente usufruito di corsi formazione con il 64% contro il 34% delle
donne. «Sono ormai due anni che registriamo nelle nostre statistiche questo trend
relativamente agli under 40 che è molto positivo –commenta Egidio Sangue, direttore e
vicepresidente di FondItalia. I dati Istat sulla disoccupazione, d’altronde, danno credito
all’importanza della formazione continua. Gli ultimi dati relativi al mese di settembre
delineano una crescita dell’occupazione di 46mila unità, mentre la disoccupazione è rimasta
pressoché stabile. Certo, il merito non va solo alla formazione professionale, ma anche alle
politiche del lavoro attive finalizzate alla specializzazione che sta dimostrando quanto
tenersi, come si dice, al passo coi tempi è sempre più fondamentale nell’attuale mercato del
lavoro che è liquido, trasversale, dinamico, sempre in movimento».
L’importanza della formazione per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro –
soprattutto quelli nella fascia fino ai 29 anni – è al centro di numerosi interventi da parte
degli Enti Locali, soprattutto nelle Regioni. Ne sono un esempio l’Osservatorio territoriale
dei fabbisogni professionali ideato da Confindustria Toscana Sud per le province di Arezzo,
Siena e Grosseto lanciato nel mese di giugno con l’intento di essere «punto di riferimento
per i giovani che insieme alle loro famiglie devono orientarsi». Oppure il protocollo d’intesa
firmato dall’Università Lumsa di Roma con la CNA – Confederazione Nazionale
dell’Artigianato destinato ai giovani laureati inseriti nelle PMI (piccole medie imprese).
Oppure ancora il programma Garanzia Giovani, giunto alla seconda edizione voluto dalla
Regione Puglia per dare supporto preliminare alla formazione e all’inserimento lavorativo.
«Le politiche attive del lavoro affiancate da una formazione professionale non solo costante,
ma di qualità – conclude Francesco Franco, presidente di FondItalia – sono le fondamenta
per una crescita e una professionalizzazione dell’intero sistema Paese. Noi di FondItalia, per
il 2023, abbiamo aumentato il budget per la formazione di un milione di euro rispetto al
2022 proprio perché siamo consapevoli che investire nella preparazione professionale è
indispensabile per dare risposte sia ai giovani sia ai meno giovani e al mercato del lavoro
italiano per non perdere in competitività».