Sono iniziate le eccessive manovre degli indici di comportamento invernali verso il clima rigido. È questo che in estrema sintesi osserviamo ancora questa settimana, a conferma di ciò che avevamo riportato in precedenza.
Ora, idealmente decolliamo verso la Stratosfera, dove il Vortice Polare che ruota attorno al Polo Nord continuerà – secondo le previsioni – ad indebolirsi, e se i primi effetti li abbiamo osservati durante questa settimana, con un cambiamento eclatante delle condizioni atmosferiche in Europa, più avanti potrebbe succedere di ben peggio.
SEGNALIAMO…
Attualmente, l’aria fredda dalle regioni dell’Artico si insinua nelle poderose aree di Bassa Pressione che raggiungono l’Italia, dove abbiamo visto cadere la neve in pianura al Nord Italia, il tutto senza ondate di freddo precedenti. Per altro, tutto questo caos è concausa dei forti eventi meteo che interessano l’Italia.
In aggiunta a questo, in Russia si è formato il maestoso e gelido anticiclone siberiano. Rammentiamo, che da quelle parti l’Inverno non scherza. In Islanda, dove il clima del sud dell’isola non è rigidissimo per la mitigazione della Corrente del Golfo, ciò come potrebbe essere a tali latitudini, invece si susseguono tempeste di neve e le temperature sono piombate ovunque sotto gli zero gradi.
In Italia succede ormai di tutto, casa nostra è investita da severe perturbazioni, sbalzi termici, con l’aria fredda che viene scalzata in men che non si dica da quella calda dello scirocco, e viceversa, mentre l’alta pressione ad est rallenta i fronti perturbati, che persistono causando anche non pochi danni.
Ma non finisce qui.
Gli indici di comportamento del clima non sono elementi di previsione meteo, bensì tracciano probabili scenari a lungo termine, in risposta alle loro evoluzioni, dell’atmosfera alle medie e basse altezze, influenzando quindi il meteo quotidiano. Ma non forniscono elementi per fare previsioni su base locale. Perciò quando descriviamo non è indirizzato alla sola Italia, o all’Italia, bensì ad uno scenario ben più ampio.
Abbiamo detto che il Vortice Polare stratosferico continuerà a indebolirsi, specie dalla seconda parte di dicembre. Questo determina un rallentamento dei venti zonali, favorendo ampie ondulazioni nella circolazione atmosferica, decretando condizioni meteo emisferiche assai dinamiche, con ampi scambi di masse d’aria secondo i meridiani, ovvero tra l’Artico e i Tropici, fin quasi all’Equatore.
Si realizza uno scenario della circolazione emisferica tipicamente invernale.
La diminuzione di forza del Vortice Polare determina un calo dell’indice con cui viene definita la sua intensità che è chiamata A.O..
Un altro indice di comportamento del clima è chiamato NAO, ed anche questo di conseguenza cambierà. Inoltre, sussiste la punta di diamante invernale: la presenza del significativo riscaldamento della stratosfera, noto come Strat Warming, che in questa circostanza, ha il significativo effetto di favorire probabili ondate di freddo per la parte finale di dicembre o inizio gennaio.
AO, NAO e Strat Warming stanno disegnando, per il futuro, scenari ben più invernali di quelli che vediamo attualmente nel nostro Emisfero. Questi favoriscono anche l’intrusione di quell’aria freddissima dalla Siberia in formazione verso occidente, con rotta l’Europa.
Rammentiamo che le previsioni meteo con validità sino a 5 giorni hanno una maggiore affidabilità, mentre questa decresce man mano che ci allontaniamo nel tempo.
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