Tra il 2010 e il 2011, per merito di attiviste oversize, il concetto di body positivity si è fatto strada a livello sociale fino a coinvolgere anche la moda, il comparto storicamente più affine all’estetica del corpo.
L’hashtag #BodyPositivity, utilizzato sui social per promuovere un’adeguata rappresentazione di ogni tipo di fisico, si è poi tradotto in un movimento culturale di proporzioni internazionali e in una nuova sfida per il mondo fashion: garantire una rappresentazione sempre più completa della diversità, integrando nelle proprie collezioni e sfilate sia capi sia modelle plus size.
L’idea di promuovere un messaggio positivo, sfidando i canoni predefiniti dagli standard di bellezza contemporanei, è cresciuta nel tempo rendendo il 2022 uno degli anni migliori di sempre in quanto a inclusività secondo il report annuale di The Fashion Spot.
Ciononostante, stando i dati rilasciati da Vogue Business e raccolti durante le ultime fashion week, meno del 5% delle modelle che hanno sfilato agli eventi erano taglie superiori alla 40.
Un problema che ha creato un ampio dibattito sul ruolo della moda nel riuscire, davvero e senza ipocrisie, a rispecchiare l’intera popolazione.
E sebbene il mercato globale delle taglie curvy raggiungerà secondo le stime un valore complessivo di 288 miliardi di dollari nel 2023, sono sempre più numerosi i designer emergenti che evidenziano la mancanza di offerta da parte dei marchi di lusso, nonostante alcune eccezioni.
Tra le più attive nel realizzare capi adatti a ogni taglia rimane l’industria del fast e ultra-fast fashion, con gravi conseguenze ambientali su cui si è esposto recentemente anche il Parlamento europeo, che introdurrà una regolamentazione dei prodotti tessili nell’ottica della tutela ambientale.
Una soluzione ideata per far fronte a queste problematiche, capace al contempo di coniugare moda curvy e sostenibilità, è stata realizzata da Eleonora Pellegrini, esperta in marketing e comunicazione di moda e design che ha collaborato con alcune delle realtà più importanti nel settore come Luxury Living Group.
Per esigenza personale ha creato Eppi Collection, realtà online nata con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento in Italia per la vendita di abbigliamento second hand per taglie curvy, aiutando così le donne over 44 a trovare il capo giusto e garantendo una migliore esperienza d’acquisto.
Celebrare la bellezza del corpo in tutte le sue forme, abbattendo gli stereotipi di dominanti, è un’operazione che tocca anche in Italia un pubblico potenzialmente amplissimo.
Secondo un rapporto stilato dall’istituto di ricerche di mercato GfK Eurisko, infatti, in Italia una donna su cinque supera la taglia 48, oltre il 38% del campione fatica a indossare una 44 e più del 35% veste sopra la 46.
Il bacino di utenza complessivo per i brand, insomma, sfiora gli otto milioni di clienti potenziali.
L’obiettivo per rispondere a un’esigenza così diffusa, rispettando al contempo l’ambiente, arriva dal concetto di moda circolare grazie all’acquisto di capi second hand.
“Per realizzare Eppi Collection sono partita da un’esigenza personale, – spiega Pellegrini – ovvero ritrovare il piacere di vestirmi e farlo con un approccio agli acquisti che risultasse appagante e sostenibile.
La body positivity è sicuramente un tema molto caldo, e in apparenza quasi tutti i brand della moda sembrano interessati al tema.
In concreto, però, sono ancora molto lontani dalla reale possibilità di includere taglie che vadano oltre la 46.
Questo ha fatto sì che la fast fashion colmasse prontamente questo vuoto, dirottando le scelte dei clienti verso capi esteticamente belli e molto economici ma prodotti in modo estremamente dannoso per l’ambiente e per la società”.
La volontà di intraprendere una sfida imprenditoriale che rispecchiasse valori ben precisi, ha spinto Eppi Collection a proporre fin da subito – e in modo esclusivo – capi di abbigliamento plus size second hand, in ottime condizioni, e optando per una filiera sostenibile e circolare.
La realtà Made in Italy, spiega la sua fondatrice, “non costituisce il classico profilo che condivide i capi del proprio armadio.
Acquistiamo personalmente solo da grossisti specializzati, in modo da poter controllare assieme a loro le condizioni di ogni singolo capo, e li rivendiamo solo se in ottime condizioni, ready-to-wear. Supportare questa filiera, oltre ai benefici in termini di sostenibilità e impatto molto ridotto, permette di trattare con più concretezza sui costi in modo da offrire prezzi onesti ai clienti, al netto di tutto il lavoro di controllo e pubblicità che viene effettuato”.
Eppi Collection punta anche a promuovere un nuovo modo di fare shopping, grazie ad un’assistenza diretta tramite chat, vicina alle esigenze delle clienti e con un unico obiettivo: far vivere un momento shopping spensierato, coccolando la donna in fase di acquisto.
“Avendolo sperimentato in prima persona, sono consapevole di quanto sia storicamente complicato acquistare taglie curvy nei negozi fisici, figuriamoci online.
Proprio per questo, in relazione a ogni capo in vendita, vengono riportate le misure e le vestibilità, oltre alla possibilità di una linea di assistenza diretta in cui è possibile ricevere consigli sugli acquisti real-time, suggerimenti e verifiche sulle taglie.
Vogliamo accogliere le esigenze di chi cerca capi second hand per taglie dalla 44 alla 60 e che siano belli, glamour, contemporanei, in ottime condizioni, a un prezzo giusto. Il second-hand è una delle risorse della sostenibilità dalla quale partire, o da integrare per chi vuole avere un impatto più leggero sull’ambiente e sulla società.
I benefici di questo comportamento virtuoso riguardano tutti”, conclude Eleonora Pellegrini.