Nella sua intensa attività di organizzazione di rassegne concertistiche dal vivo, il Museo internazionale e biblioteca della musica ha portato a Bologna, Città Creativa della Musica UNESCO, musiche e musicisti di tutto il mondo. Da oggi saranno le sue sale espositive ad aprirsi a tutti gli utenti del web che, per motivi di studio, interesse o curiosità, vorranno avvicinarsi alla storia della musica europea documentata attraverso un centinaio di ritratti di personaggi illustri, più di ottanta strumenti musicali antichi ed un’ampia selezione di documenti storici di enorme valore: trattati, volumi, libretti d’opera, lettere, manoscritti, partiture autografe.
Grazie al nuovo percorso virtuale immersivo VN 360° che lo studio di comunicazione italo-giapponese Veronesi Namioka ha ideato e realizzato per il museo, con un semplice click sul sito www.museibologna.it/musica sarà infatti possibile compiere una visita virtuale panoramica lungo l’intero percorso espositivo, che dal 2004 ha trovato sede al primo piano dello splendido Palazzo Sanguinetti di origine cinquecentesca, situato in Strada Maggiore 34.
Si inizia dallo spazio di accoglienza adibito a biglietteria e bookshop, proprio come se si fosse appena varcata la soglia di ingresso fisico al museo, per concludere con un ultimo sguardo affacciato sul secondo cortile interno, celebre per il bel paesaggio ad affresco realizzato sulla parete di fondo, con prospettiva a trompel’oeil, da Luigi Busatti nell’Ottocento e per l’aiuola quadrata ai cui angoli spiccano rigogliose piante di banano.
Già promotore di vari progetti di digitalizzazione che hanno riguardato parte del patrimonio bibliografico conservato nella attigua biblioteca – tra le più prestigiose e composite raccolte di risorse musicali esistenti al mondo con un posseduto di oltre 100.000 unità, tra repertori di musica a stampa dal ‘500 al ‘700, incunaboli, manoscritti, libretti d’opera, oltre alla raccolta di autografi e lettere di padre Giambattista Martini divenuto noto in tutta Europa come insigne teorico ed eccelso didatta – il Museo della Musica è il primo tra i musei civici di Bologna ad essere esperibile con questa tipologia di narrazione multimediale, ampliando così in modo significativo l’accesso informatizzato all’intero patrimonio di beni musicali posseduto e conservato.
Con questa nuova esperienza virtuale immersiva che restituisce una visione a 360 gradi del percorso di visita, il museo rinnova la propria vocazione come luogo vivace, polifunzionale e interattivo, frequentato dagli addetti ai lavori e dagli appassionati come dai turisti, dagli adulti come dai bambini, con un unico comune denominatore: la musica in tutte le sue forme ed espressioni.
Nella complessa fase storica straordinaria segnata dall’esordio della pandemia da Covid-19, tra la pluralità di interrogativi aperti che i musei si sono trovati ad affrontare sul ruolo e il valore sociale delle proprie azioni, appare radicarsi in una natura sempre più profonda e strutturale il processo di cambiamento che ha investito la comunicazione digitale e lo straordinario impulso al suo utilizzo. La rapida espansione dell’offerta culturale sul web durante il lockdown ha infatti mostrato definitivamente al grande pubblico quanto ampia ed emozionale possa rivelarsi la gamma delle possibilità per la fruizione offsite e per viaggiare da remoto attraverso i luoghi della cultura.
Con la consapevolezza che la progettazione di contenuti debba orientarsi sempre di più verso la centralità degli utenti e dei loro diversi bisogni e interessi, l’Istituzione Bologna Musei intende promuovere modelli di servizio maggiormente integrati che all’esperienza di visita fisica negli spazi del museo affianchi, senza pretesa di una sostituzione totalmente equivalente, la ricchezza di potenzialità che la digitalizzazione offre come mezzo culturale, di educazione, di intrattenimento e di accesso alle proprie collezioni permanenti oltre i confini strettamente espositivi. Una nuova forma di racconto per ampliare l’offerta informativa sul patrimonio e rendere il pubblico più consapevole e desideroso di avvicinarsi.
Ecco quindi che, come la partitura per una sonata a più mani, dal confronto e dall’attiva collaborazione tra l’Istituzione Bologna Musei, il Museo della Musica e lo studio Veronesi Namioka, guidato da Fuyumi Namioka e Silvia Veronesi e composto da uno staff di antropologi, comunicatori e esperti d’arte, ha preso vita il progetto VN 360. Il percorso virtuale è dunque il risultato della fusione tra competenze culturali-artistiche e tecnologie digitali di ultima generazione, che consentono di integrare l’offerta espositiva del museo fisico con esperienze emotive e mutimediali virtuali, in stretta sinergia con la competenza dello staff del museo che ha curato la parte dei contenuti informativi, in lingua italiana e inglese, su alcuni tra i beni più preziosi esposti al pubblico e i contributi sonori selezionati a costellare il racconto per immagini.
Un progetto dove l’utente è al centro del percorso. È questa la specificità della tecnologia che utilizza foto panoramiche interattive da esplorare a 360 gradi con immagini ad altissima risoluzione: quella di non avere un’inquadratura, dove l’ambito dominante da considerare è la soggettività che porta il pubblico a sentirsi immerso negli spazi del museo. Ogni aspetto è stato progettato con l’obiettivo di creare sinergia tra il museo fisico e il museo virtuale, fruibile da ogni angolo del mondo con un comune browser e accessibile da ogni tipo di dispositivo collegato a internet, creando passaggi sempre più fluidi tra esperienze tradizionali e innovative.
Se fino a ieri, dieci erano i buoni motivi per visitare gli spazi fisici del museo e scoprire strumenti di rara manifattura oltre a reperti unici – come il manoscritto Quaerite primum regnum dei che un Wolfgang Amadeus Mozart quattordicenne presentò per l’esame di ammissione all’Accademia Filarmonica a Bologna nel 1770 o la vestaglia da camera appartenuta a Gioachino Rossini – oggi, grazie al percorso VN 360°, se ne possono annoverare molti altri, dove, cliccando virtualmente su uno strumento storico, si potrà ascoltarne la musica o visitare spazi normalmente inaccessibili durante la visita fisica, come la lanterna che illumina le arcate illusive dello scenografico scalone o i dettagli architettonici delle sale e dei soffitti affrescati tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo per mano di Vincenzo Martinelli, Pelagio Pelagi, Serafino Barozzi, Antonio Basoli, tra degli esempi più alti del periodo napoleonico e neoclassico a Bologna.
La regia dello Studio Veronesi Namioka ha previsto dei riferimenti grafici che permettono di identificare i contenuti informativi e sonori del percorso, consentendo, ai potenziali pubblici, di percorrere virtualmente gli spazi del museo, guidati da una mappa virtuale nella fruizione degli oggetti esposti, suscitando così l’intenzione di pianificare, per approfondirne la conoscenza, una prossima tappa fisica al museo, durante una visita nella città di Bologna, o viceversa, di ritornare virtualmente a visitarne le sale, dopo averle percorse fisicamente, dal divano di casa a Seattle o a Singapore.
Ovunque, in qualsiasi momento.