Come ogni anno il rientro a scuola e l’arrivo dell’autunno preoccupano i genitori dei bambini in età pediatrica, consapevoli di dover affrontare una nuova stagione che vedrà i propri figli impegnati a combattere con raffreddori, virus, tosse, batteri, febbre e altri malanni tipici del periodo.
“Si tratta di disturbi influenzali e parainfluenzali che da sempre colpiscono i bambini in età scolare e che i 2 anni di pandemia, grazie anche alle mascherine e al distanziamento, ci avevano un po’ fatto dimenticare” – spiega la Dott.ssa Silvia Zecca, Medico Pediatra e segretario provinciale FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) di Savona, presente sulla piattaforma di sanità digitale Doctolib – “Con il ritorno di tutti ad una vita più normale, hanno ricominciato a manifestarsi e a diffondersi come peraltro accadeva regolarmente prima del Covid-19 ma, in molti casi, possono essere gestiti senza troppa ansia o preoccupazione”.
Cerchiamo allora, con l’aiuto dell’esperta, di fare chiarezza su alcuni aspetti e dubbi che spesso ci poniamo.
1. La tosse non è una malattia
La tosse in sé non è una malattia e sono poche le condizioni per le quali è necessaria una terapia specifica per combatterla. Se non compaiono complicazioni come un broncospasmo o una broncopolmonite è una situazione abbastanza comune, talmente frequente nei periodi autunnali e invernali che bisognerebbe un po’ smitizzarla.
I bambini più grandicelli possono trovare giovamento anche ricorrendo a rimedi semplici come una tazza di latte e miele (da non assumere sino a un anno e mezzo d’età) che addolcisce le mucose.
2. Non c’è una cura per il raffreddore e i lavaggi nasali non sono sempre necessari
Il raffreddore è un’infezione delle vie respiratorie per la quale purtroppo non c’è una cura specifica.
Normalmente ha un tempo di guarigione di 10/15 giorni e di solito poi sparisce spontaneamente.
Proprio per questo, a meno che non ci siano particolari complicazioni o patologie, sottoporre i bambini a continui e frequenti lavaggi nasali non è sempre necessario.
3. La febbre non deve subito preoccupare
La febbre non è necessariamente un nemico ma può diventarlo a seconda dei sintomi che l’accompagnano.
Rappresenta la reazione di un sistema immunitario efficace – e il sistema immunitario del bambino mediamente è efficace – che aiuta l’organismo a debellare l’infezione e non dobbiamo quindi considerarla come un evento drammatico. Durante il Covid-19 la comparsa della febbre, anche leggera, metteva giustamente tutti in allarme ma ora dobbiamo riabituarci a valutare la situazione senza farci prendere subito dall’ansia, analizzando i sintomi ai quali è associata. Una febbre di 2 o 3 giorni, anche alta, senza sintomi associati, va trattata con paracetamolo senza ricorrere agli antibiotici che non solo sono inutili se non c’è un’infezione batterica all’origine di questa febbre ma risultano anche dannosi perché contribuiscono a creare una situazione di farmacoresistenza.
4. In casa quando ci sono bambini è vietato fumare
Una delle abitudini più dannose per i bambini è quella di respirare il fumo passivo dei genitori o di chi hanno intorno. E non serve a nulla tenere le finestre aperte perché gli effetti negativi si manifestano ugualmente.
Gli effetti nocivi del fumo passivo sui bambini sono molti e ancora non tutti noti. Tra questi figurano, ad esempio, le infezioni respiratorie ricorrenti o gravi come polmoniti e bronchiti, l’otite media acuta e cronica, l’aumento di gravità e frequenza delle crisi asmatiche, la facilità al respiro sibilante (broncoreattività), l’aumentato rischio di arterosclerosi e le carie dentali.
5. L’automedicazione non è sempre la scelta migliore
Quando il bambino presenta dei sintomi di malessere poco chiari il consiglio è di consultare il pediatra che, in base alle informazioni ricevute e ad un primo accurato triage telefonico, valuterà come procedere e se è il caso di visitarlo, subito o nei giorni successivi.
Potrebbe anche non essere necessario ricorrere ad alcun medicinale per questo è sempre opportuno ascoltare il parere del medico prima di somministrare dei farmaci al bambino.