Si è tenuto ieri il Webinar “La tutela della Salute tiene conto della Medicina di Genere?”, a cui hanno partecipato rappresentanti delle Istituzioni, del Servizio Sanitario Nazionale, degli Ordini Professionali e delle Società Scientifiche.
“Le differenze di genere si alimentano per gap culturali, socio-economici, lavorativi ecc. Ne è un esempio quanto successo in corso di pandemia: 90mila sono i posti di lavoro persi in Italia dalle donne in Italia a dicembre 2020, dati Istat e meno 5% la perdita di occupazione femminile nel mondo calcolata da OMS, rispetto al 3,9% di flessione per gli uomini”. Esordisce così la Dr.ssa Mara Morini responsabile scientifico del Convegno, nonché coordinatrice nazionale per la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) del Gruppo di Lavoro “Primary Health Care” che collabora con l’associazione Medicina Europea di Genere (MEG) per l’organizzazione di un evento annuale sul tema Medicina di Genere.
L’Assessore al Diritto alla Salute e Sanità della Regione Toscana, Simone Bezzini è intervenuto con una descrizione delle attività svolte dal 2014, quali l’istituzione del Centro di Coordinamento Regionale per la Salute e la Medicina di Genere (MdG) inseriti nel piano Socio-Sanitario.
Morgan Azadegan, attuale coordinatrice del gruppo, ha evidenziato un modello che pone sicuramente questa regione tra le più avanzate sull’argomento avendo creato una rete territoriale che opera in costante raccordo con i settori regionali competenti in materia di programmazione e organizzazione delle cure, qualità dei servizi, ricerca, innovazione, risorse umane, prevenzione e farmaceutica con le altre strutture del Governo Clinico regionale. Inoltre, per l’applicazione del Piano oltre alla rete organizzativa ha individuato indicatori stratificati per genere da inserire nella raccolta ed elaborazione dei flussi informativi e nella formulazione dei budget sanitari.
La senatrice Paola Boldrini ha percorso gli ambiti normativi che riguardano la Medicina di Genere fino all’adozione a livello nazionale del Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, previsto dall’articolo 3 della L.3/2018, frutto dell’impegno congiunto del Ministero della Salute e del Centro di riferimento per la MdG dell’Istituto Superiore di Sanità, con la collaborazione di un Tavolo tecnico-scientifico di esperti regionali in MdG e dei referenti per la MdG della rete degli IRCCS, nonché AIFA e AGENAS. Il 13 giugno 2019, firma del Piano, rappresenta una data importante che pone l’Italia all’avanguardia in Europa in questo campo.
“I determinanti della salute si distribuiscono anch’essi per genere, quale ad esempio l’istruzione e alcuni determinanti come le performance scolastiche che determinano poi maggiori fattori di rischio, ad es. in adolescenza minori performance scolastiche influiscono sul rischio gioco d’azzardo.” Questo e molto altro riferito da Alessandra Buja dimostra come l’argomento sia fondamentale per chi opera nella disciplina dell’igiene e prevenzione e nelle decisioni di pianificazione e organizzazione dei servizi.
Stefano Benini, in rappresentanza del Governo Clinico dell’ASL di Bologna, ha riportato un’indagine sulla conoscenza della Medicina di Genere che è stata rivolta a 8446 dipendenti delle aziende sanitarie bolognesi: hanno risposto in 2080 e il 55% ha risposto di conoscere l’argomento, ma certo non in modo esaustivo e complessivamente l’indagine dimostra che è necessario promuovere fortemente una conoscenza e formazione.
“Il contributo della digitalizzazione di genere – come precisa Fosco Foglietta, già Presidente di CUP 2000 – può essere determinante nella predisposizione di sistemi informativi per servizi sanitari e socio-sanitari distinti per genere da elaborare su tutto il territorio nazionale per alimentare una migliore pianificazione e organizzazione dei servizi, presa in carico ecc. “
La tavola rotonda, moderata dalla Dr.ssa Mara Morini ha chiesto a rappresentanti di Società scientifiche, Ordini professionali e Istituzioni quali siano le azioni messe in atto a tutt’oggi sulla Medicina di Genere. Il Presidente della Società Italiana di Igiene (SItI) Dr. Antonio Ferro ha indicato “Tre vie per promuovere l’argomento: la necessità di formazione/aggiornamento per far acquisire ai professionisti della sanità consapevolezza dell’importanza del tema; una comunicazione su canali tradizionali e sui nuovi canali social, fino alla promozione della ricerca con bandi e successivi workshop. Temi che ha anticipato faranno parte di obiettivi strategici della società scientifica che rappresenta senza dimenticare un forte coinvolgimento della comunità e società civile.”
Simona Dei, Direttore Sanitario ASL Toscana Sud Est ha sottolineato l’importanza di interventi preventivi da attuare negli istituti scolastici dove i ragazzi stessi diventano testimonial della Medicina di genere.
Luigi Bagnoli in qualità di Presidente dell’Ordina dei Medici della provincia di Bologna, ha sottolineato come sta cambiando l’epidemiologia della professione medica che negli ultimi 5 anni ha visto su 1514 iscritti 827 donne, pari al 54%.
Claudio Cricelli, Presidente SIMG – Società Italiana di Medicina Generale, ribadisce la crescita dei Medici di Medicina Generale di sesso femminile e ha presentato le potenzialità dei dati in possesso della medicina generale per comprendere outcome quali letalità e mortalità, ad esempio in corso di pandemia, avendo un bacino di circa 44.000 professionisti che ha dimostrato che a fronte di una letalità covid che colpisce maggiormente le donne poi ha maggiori decessi tra gli uomini. Il sesso maschile presenta maggiori fattori di rischio (ischemia miocardica in particolare), questo può spiegare la maggiore mortalità?
Carmelo Gagliano rappresentante FNOPI – Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, ci informa della presenza di un loro gruppo di lavoro su MdG e della necessità di incrementare ruoli quali Infermiere di Famiglia/Comunità per promuovere indagini e promozione di campagne di prevenzione nonché rimodulazione di tutte le attività che riguardano l’assistenza territoriale.
Teresita Mazzei presidente della Commissione MdG della Federazione Nazionale Ordine dei Medici, istituita nel 2015, ha prodotto 60 corsi e presso l’Università degli Studi di Firenze è nato un Master di 2o livello “Salute e medicina di Genere” con al momento 40 diplomati di cui 4 uomini.
Alessandra Care’, Direttrice del Centro di riferimento per la MdG dell’Istituto Superiore di Sanità, ci rammenta l’istituzione dell’Osservatorio con 6 Gruppi di Lavoro attivi, la produzione di un glossario per avere una terminologia, linguaggio univoco e di un manuale per chi desidera promuovere ricerca sul tema.
Nelle sue conclusioni, la Dr.ssa Mara Morini conferma che c’è stata una maggiore attenzione all’evento, un centinaio di iscritti rispetto agli anni passati certamente dovuta ad una platea di relatori autorevole e trasversale che vuole sottolineare come la Medicina di Genere sia materia complessa, poco conosciuta che necessita di un approccio multidimensionale e multidisciplinare per diffondere una cultura che non sia disciplina medica, ma un approccio a 360 gradi dei professionisti e della comunità che produce salute.