La sindrome da alimentazione notturna si distingue da disturbi simili poiché, in genere, chi ne è affetto è pienamente cosciente di consumare pasti in tali orari. Un altro aspetto che indica quanto la sintomatologia sia consolidata e profonda nel malato è il corrispondente rifiuto (e assenza del desiderio) di nutrirsi nelle ore mattutine della colazione, come ogni nutrizionista, invece, consiglia.
Ha la caratteristica di legare tre diverse condizioni di disagio, coinvolgendo sia lo stato dell’umore sia quelli del sonno e dell’alimentazione. Questa triplice comorbilità risulta, quindi, pericolosa e da non sottovalutare. I sintomi sono molto legati fra loro, poiché si mangia a causa dell’insonnia o viceversa e, alla base di tale comportamento, vi è una fragilità psichica che amplifica le altre due condizioni e ne viene altrettanto nutrita. Lo stato di ansietà e di depressione, infatti, concorrono a un’alterazione del rapporto tra gli orari di consumo del cibo e quelli riguardanti il sonno.
La pandemia, come risulta dai dati, ha sicuramente aumentato la platea dei soggetti con disturbi alimentari notturni e insonnia