Dobbiamo avere il coraggio di dire che i social non sono posti per gli under 14, una dichiarazione del garante regionale dei minori e degli adolescenti, Ludovico Abbaticchio.
“Come garante regionale non posso che essere accanto alla famiglia della ragazzina di Palermo, il suo dolore è il dolore di tutti i genitori. È un dolore che ci lascia tutti sgomenti perché non può essere accettabile che nel luogo che riteniamo più sicuro, la nostra casa, sotto forma di gioco, possa arrivare un invito a confrontarsi con la morte.
Come garante, come genitore e nonno penso che un evento del genere debba spingerci a scendere in campo e pretendere che la rete sia un territorio dove non tutto può accadere e non tutto è lecito.
Questo genere di tragedie non possono essere attribuite alla mancata educazione da parte dei genitori, il tema è molto più complesso.
È vero che come genitori siamo chiamati a vigilare ed a inserire i filtri e i parental control ma il sistema si rigenera di continuo ed è difficile mantenere una zona protetta. TikTok è un social utilizzato da una moltitudine di bambini, per molti di noi è valutato, erroneamente, come un “terreno” innocuo.
Dobbiamo avere il coraggio di dire che i social non sono posti per i Minori di età inferiore ai 14 anni.
Bene ha fatto il garante per la protezione dei dati personali a disporre il blocco per gli account del social TikTok, fino al 15 febbraio, per i suoi utenti dall’età non verificata.
Ma non basta, ancora oggi ci si può iscrivere aggirando il blocco esclusivamente dichiarando di essere più grandi della realtà.
So che molti dissentiranno ma quanto accaduto a Palermo ci dimostra quanto siamo lontani dalla realtà. Un gioco una, una sfida estrema si è trasformata in un incidente gravissimo. La bambina di certo non aveva alcuna intenzione di perdere fino a questo punto il controllo di quel “gioco”. Bastava mollare la stretta e finiva tutto e invece non è andata così, è successo qualcosa che non ha permesso di tornare indietro.
In preadolescenza e per tutta la prima adolescenza le neuroscienze ci dicono che il cervello ha una grande fame di sensazioni estreme. Il confine tra vita e morte smette di essere percepito in modo realistico, all’interno di sfide intraprese nella totale inesperienza che connota questa età.
Per questo dovremmo essere capaci di vietare l’utilizzo di queste piattaforme per i minori di 14 anni che non hanno gli strumenti per poter scegliere e comprendere il rischio. Non è dettando delle regole di accesso che potremmo fornirgli le chiavi di un controllo e come dice il dr. Alberto Pellai medico e psicoterapeuta: “Anche iscrivendo un dodicenne alla scuola guida, è molto probabile che non sarà capace di guidare in modo sicuro un’automobile di grande cilindrata”.