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Antonio Cassano dice addio al calcio. E questa volta non è una cassanata

Con una lettera pubblicata dal giornalista Pierluigi Pardo, il 36enne barese saluta il calcio dopo quasi vent’anni di carriera all’insegna di eccessi dentro e fuori dal campo. Ma fa pensare che l’ultima nazionale vincente aveva Cassano in campo…

Alla fine è arrivata la fine. E stavolta senza ritorno. Antonio Cassano ha chiuso con il calcio, l’addio in una lettera pubblicata dal giornalista Mediaset Pierluigi Pardo, amico nonché coautore della sua prima, storica autobiografia, “Dico tutto” (ed. Rizzoli), che nel 2008 fu il libro sportivo più venduto, con una tiratura di ben 99 mila copie in nove edizioni. 

“Adesso comincia il secondo tempo della mia vita – scrive FantAntonio nel passaggio conclusivo della lettera – sono curioso e carico di dimostrare prima di tutto a me stesso che posso fare cose belle anche senza l’aiuto dei miei piedi”. Cassano può stare tranquillo, in questi quasi vent’anni di carriera non ha allenato solo i piedi, anzi. È sempre stato un talento nel far parlare di sé, soprattutto fuori del campo di gioco, dove comunque ha collezionato 419 presenze, segnando 115 reti, cui si aggiungono le 39 partite e i 10 gol con la maglia della Nazionale.

Anche per lui, ovviamente, come per tutte le altre star del pallone, tutto è cominciato sul rettangolo verde, più precisamente al San Nicola, con la maglia del Bari, in una sfida contro l’Inter giocata il 18 dicembre del 1999, quando Eugenio Fascetti, dovendo rinunciare ai titolari Masinga, Osmanovski e Spinesi, schierò dal primo minuto in attacco l’inedita coppia Cassano – Enyinnaya. Entrambi andarono a segno, ma fu del 17enne Cassano il gol decisivo della vittoria per 2 a 1, a 2 minuti dalla fine: lancio di Perrotta dalla difesa, FantAntonio con uno spettacolare controllo di tacco salta il difensore interista (e campione del mondo con la Francia) Laurent Blanc, quindi converge verso il centro e con un dribbling evita il rientro dello stesso Blanc e di Christian Panucci (vincitore della Champions League un anno prima con il Real Madrid), prima di scaricare il pallone in rete, alle spalle di Ferron.

 

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