Esistono due fazioni opposte sul tema scacchi e sport. C’è chi non accetta il gioco degli scacchi fra gli sport per svariati motivi:
– Si chiama “gioco” e non “sport”
– A scacchi si gioca da soli (come se non esistessero sport individuali)
– Si sta seduti e non si fa attività fisica (anche se l’attività cerebrale e il dispendio di energie fisiche e mentali sono generalmente superiori a quelli degli altri sportivi)
Dall’altra parte c’è chi difende la competitività e l’agonismo propri di uno scontro faccia a faccia fino a frasi del tipo: “Come fai a dire che non è uno sport di squadra? Ci sono 16 giocatori bianchi e 16 giocatori neri!!” La verità, come al solito, sta nel mezzo. Ad esempio Spassky, uno dei giocatori più forti di tutti i tempi (1937- vivo): noto per il suo equilibrio nelle relazioni e nella vita in generale, nelle interviste rilasciate, asserisce che il suo segreto è quello di bilanciare l’attività scacchistica con quella tennistica: entrambe trovavano reciproco vantaggio dall’altra disciplina.
Il tennis gli permetteva il giusto apporto energetico attraverso una maggior ossigenazione dei muscoli e del corpo in generale (quindi anche del cervello) mentre la concentrazione e la maggior rapidità di scelta nella strategia, allenate con gli scacchi, gli permettevano di essere più lucido ed efficace nei continui testa a testa del tennis.
Il concetto di equilibrio fra corpo – mente non è di certo nuovo ma nuovo è ad esempio l’approccio che un progetto educativo come la The Bridge – TTMT SA sta sviluppando.
L’obiettivo finale per quanto riguarda Il Gioco degli Scacchi è quello di addestrare il ragazzo tramite la scacchiera al grande gioco della Vita!
Un obiettivo ambizioso e noi auguriamo loro un grande “in bocca al lupo!”