“Siamo noi quelli in prima linea nella lotta ai disturbi uditivi: merito della rete degli oltre 1.200 centri acustici riconosciuti, dove lavorano più di 4.000 audioprotesisti italiani, figure sanitarie abilitate alla soluzione dei problemi dell’udito. Quindi proprio noi non potevamo sottrarci a questa responsabilità assoluta nell’aderire in maniera orgogliosa al Manifesto ‘Una nuova alleanza per l’udito’, iniziativa così importante promossa da ‘Udito Italia’ onlus a livello nazionale che si occupa di sensibilizzare, informare e migliorare tutto ciò che riguarda il sistema udito italiano”. Lo ha dichiarato all’agenzia Dire il presidente dell’Associazione nazionale audioprotesisti (Ana), Mauro Menzietti, secondo il quale lo sforzo più grande è ora far sì che i principi contenuti nel Manifesto si traducano in azioni concrete: “Le buone intenzioni ci sono tutte. Oltre a noi sono presenti Anap, il mondo medico e quello dell’industria, le associazioni di utenti, le istituzioni, il panorama scientifico e la comunicazione: è un Manifesto davvero trasversale, dunque, caratterizzato da un’azione davvero a tutto tondo”.
Tra le azioni concrete da realizzare il prima possibile, per Menzietti una è davvero fondamentale: “Chiediamo che venga attuato uno screening della popolazione per verificare chi ha problemi di udito. Suggeriamo di farlo almeno all’esame della patente, che tra l’altro e’ gia’ previsto ma abbiamo bisogno che assuma un carattere scientifico”.
L’Italia manca, dunque, di controlli dell’udito. Questo significa che una persona può facilmente arrivare agli 80 anni con un problema di udito veramente invalidante senza una minima verifica della propria capacità uditiva. “Eppure- ha sottolineato Menzietti- si tratta di un esame che dura non più di cinque minuti, che si può fare gratuitamente in tutti I centri acustici o, in alternativa, in ospedale. Un esame che, come ho detto in precedenza, dovrebbe essere ripetuto al momento del rinnovo della patente e che invece e’ sostituito da una voce sussurrata che chiede se si è riusciti a distinguere, ad esempio, il termine ‘pane’ da quello ‘cane’. Uno scenario empirico, dunque, dai contorni un po’ folcloristici”.
Il presidente Ana intende arginare il fenomeno e fare in modo che circa 8 milioni di persone, pari al 12% della popolazione, abbiano l’opportunità di essere individuati il prima possibile. “Chiediamo di non arrivare cosi’ tardi alla diagnosi. Mentre per i bambini questo può determinare un deficit nell’inserimento scolastico e sociale, per gli anziani non puo’ significare altro che essere abbandonati a loro stessi. Troppo spesso siamo proprio noi audioprotesisti i primi che si trovano a dover dare la brutta notizia alle persone in la’ con gli anni che hanno problemi di udito”.
Ma come hanno vissuto la pandemia da Covid quanti sono affetti da disabilità uditiva? Il presidente Menzietti ha sottolineato che “il periodo è stato fatalmente straordinario. Da Cenerentola delle patologie, delle cronicità, l’udito si è preso una sorta di rivincita: chi ha avuto l’udito a posto, in salute, non ha sofferto la distanza. Chi invece ha sofferto di problemi di udito ha vissuto una forte frustrazione proprio a causa dell’isolamento provocato dalle misure restrittive. In questo momento di distanziamento sociale, caratterizzato dall’uso delle mascherine, dalla necessità di ascoltare per interagire con i nostri cari, con il nostro lavoro, con lo smart working, con la didattica a distanza ma anche semplicemente con la nostra famiglia, tutte le nostre relazioni, affettive e professionali, sono passate attraverso l’udito, e questo è indubbiamente un momento epico per questo senso”.
Il presidente Ana chiede inoltre che tutte le istituzioni ed il mondo della comunicazione facciano qualcosa per combattere il virus che circonda chi ha problemi di udito: quello dell’ignoranza, della mancanza di informazioni, un qualcosa che rema contro la soluzione del problema che, invece, e’ di semplice soluzione. “In oltre il 90% dei casi- ha informato Menzietti-basta mettere un apparecchio acustico, applicato da professionisti sanitari in una rete di centri acustici riconosciuti. Eppure, l’80% di quelli che potrebbero risolvere il problema decide di non farlo, soprattutto per motivi culturali ed estetici. Chi è reticente perde però una grande opportunità, quella di essere attivo e partecipe alla vita sociale. Fia, Ana e Anap si schierano con la onlus ‘Udito Italia’ perché è fondamentale ridare dignità a questo senso troppo spesso trascurato”.
Agenzia Dire