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Boom per l’autoconsumo in Italia: abbiamo il maggior potenziale di produzione di energia rinnovabile in Europa

Siamo uno dei paesi che consuma più energia e continuiamo a dipendere troppo da fonti estere

L’Italia ha il maggior potenziale di produzione di energia rinnovabile in Europa, ma per produrre elettricità e calore continua ancora a dipendere fortemente dalle fonti estere di approvvigionamento delle materie prime, in particolare gas e petrolio, che vengono importate per il 78% dall’estero, e non è dunque in una condizione di reale indipendenza energetica. A metterlo in evidenza è EnergRed (www.energred.com), E.S.Co. in prima linea per la transizione energetica delle pmi italiane con una particolare attenzione alle fonti rinnovabili ed al solare.

 

«Inoltre, il nostro Paese —insieme alla Francia ed alla Germania— è tra quelli più energivori: secondo i dati Eurostat, il 48% dei consumi energetici di tutta l’Unione Europea sono attribuibili appunto a questi 3 Paesi» sottolinea Moreno Scarchini, CEO di EnergRed. Ma siamo sulla buona strada.

 

Ma forti sono anche i segnali positivi: nell’ambito delle rinnovabili, l’autoconsumo e i sistemi di accumulo stanno crescendo esponenzialmente, superando già i 5.200 GWh, un valore pari al 21% della produzione complessiva degli impianti fotovoltaici, con quote più elevate che si sono registrare nel settore industriale con il 52% di energia autoconsumata sul totale di quella prodotta, nel terziario (29%) e nell’ambito residenziale (26%).

 

«Il merito è anche nostro» evidenzia il CEO di EnergRed, che ha largamente contribuito alla diffusione di una metodologia che consente di realizzare un impianto a costo zero e —associando la configurazione SEU al servizio energia Care&Share®— di avere energia sostenibile ad un costo omnicomprensivo variabile tra i 115€/MWh ed i 145€/MWh.

 

«Si tratta di un impianto fotovoltaico —prosegue Moreno Scarchini che si integra facilmente con la preesistente configurazione impiantistica dell’utilizzatore senza alterarne in alcun modo la funzionalità. Queste caratteristiche rendono il SEU un’opportunità unica ed imperdibile nel mercato dell’energia, portando ad abbattere la bolletta elettrica grazie all’autoconsumo».

 

Tornando al bilancio delle potenzialità delle rinnovabili, EnergRed promuove a pieni voti ben 12 delle nostre regioni, quasi la metà delle quali ha perfino raggiunto lo status di «coal free», ossia ha già azzerato i consumi di carbone, la fonte fossile che produce più emissioni di gas climalteranti.

 

Prendendo in esame una pluralità di fonti che includono il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, l’Ufficio Statistico di Terna – Rete Elettrica Nazionale, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, il GSE e l’ISTAT, EnergRed ha analizzato le nostre diverse fonti di approvvigionamento energetico, i livelli di consumi effettivi e le differenti forme di produzione, restituendo l’immagine di un Paese, l’Italia, che sta vincendo la sfida del processo di decarbonizzazione dell’economia e che dimostra resilienza nel fronteggiare lo shock energetico scaturito dal conflitto in Ucraina.

 

La potenza complessivamente installata —come emerge dai dati del GSE— si concentra per il 45% nelle regioni settentrionali, per il 37% in quelle meridionali e per il restante 18% in quelle centrali.

 

«I dati mostrano un quadro molto chiaro: la Lombardia è la regione con il maggior numero di impianti fotovoltaici (12% del nazionale), seguono Veneto (11,1%), Emilia Romagna (7,9%), Piemonte (5,3) e Lazio (5,1%), mentre a primeggiare per potenza installata è la Puglia con il 13% del totale» illustra Giorgio Mottironi, CMO di EnergRed.

 

A queste sei regioni, nella top-12 di EnergRed si sommano la Sicilia, che gode del beneficio di un’esposizione solare più fortunata e non solo nei mesi estivi, la Valle d’Aosta, che produce più energia da rinnovabili di quanta non ne consumi (105%) posizionandosi come la prima regione esportatrice netta di energia pulita d’Italia, la Sardegna e l’Abruzzo, dove le grandi utility hanno avviato cospicui investimenti, e poi anche la Basilicata e la Campania, che secondo le analisi di EnergRed hanno anch’esse grandi potenzialità di crescita.

 

Riguardo alle fonti di approvvigionamento, nelle regioni della top-12 di EnergRed si può affermare che la crisi energetica ha avuto l’effetto di dare un’ulteriore accelerazione allo sviluppo di impianti di energia rinnovabile, trainando il nostro Paese nel raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo sul tema della decarbonizzazione.

 

I dati indicano che oggi il 40,2% dell’energia elettrica prodotta in Italia deriva da fonti rinnovabili e nel complesso il nostro Paese è tecnicamente autosufficiente: le centrali esistenti sono in grado di erogare una potenza massima netta di circa 120 GW a fronte di una richiesta massima storica che nei periodi più caldi dell’estate è di 60 GW. Abbiamo dunque una sovrabbondanza di impianti di produzione.

 

«Certo ancora il 59,8% della produzione di energia elettrica è rappresentato dal termoelettrico non rinnovabile, di cui il 6,1% di impianti alimentati da combustibili solidi, il 3,8 per cento da prodotti petroliferi e altri combustibili e il 49,9 per cento di impianti alimentati da gas naturale, ma la transizione energetica va avanti a ritmi veloci» puntualizza Giorgio Mottironi.

 

Cinque delle regioni nella top-12 di EnergRed (Emilia-Romagna, Valle d’Aosta, Abruzzo, Basilicata e Campania) sono già ad oggi «coal free» e ad avere azzerato i loro consumi di carbone anche il Molise ed il Trentino-Alto Adige, mentre si stanno avvicinando a questo obiettivo Umbria, Piemonte, Calabria e Marche, che stanno facendo registrare consumi di carbone quasi zero.

 

Ma anche le altre regioni sono sulla buona strada per quanto riguarda il consumo di carbone, salvo forse Puglia, Sardegna e Lazio che insieme rappresentano quasi l’80% del consumo nazionale di questo combustibile fossile (pari complessivamente ad un esiguo 5% dei consumi di energia), utilizzato prevalentemente per alimentare le grandi centrali elettriche.

 

I dati emersi evidenziano infine che il fotovoltaico è ormai diffuso in tutti i settori e questo spiega anche il forte incremento registrato nei sistemi di accumulo (SDA), i dispositivi in grado di assorbire e conservare l’energia elettrica per poi rilasciarla al momento del maggior fabbisogno.

 

«Tutto ciò ci consente oggi di proporre alle aziende —anche alle piccole e medio imprese— prezzi energetici molto inferiori anche rispetto al solo prezzo della “materia prima energia sul mercato”» dicono gli esperti di EnergRed.com.

 

«È nostro interesse investire nelle imprese virtuose che popolano l’universo produttivo e manifatturiero italiano, costruendo e gestendo a nostre spese un impianto fotovoltaico commisurato esattamente alle necessità dell’utilizzatore. Quest’ultimo pagherà unicamente l’energia auto-consumata ad un costo inferiore a quello della rete, realizzando da subito, senza impegni finanziari, un risparmio netto che crescerà nel tempo con una dinamica certa e trasparente» conclude Moreno Scarchini, CEO di EnergRed.

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