Roma – Il mare è saturo, non riesce più sostenere il peso dell’attività umana, dalla pesca intensiva che rischia di svuotarlo all’inquinamento che ne minaccia l’abitabilità per milioni di specie animali e vegetali e ne preclude il ruolo di contrasto ai cambiamenti climatici. L’allarme lo danno da anni scienziati e ambientalisti, ma troppo spesso rimane inascoltato mentre la situazione va verso un punto di non ritorno. Oggi, nella Giornata Mondiale degli Oceani, in tutto il mondo si rafforza il messaggio per la tutela di questo sistema naturale che è tra i maggiori alleati dell’uomo. “Non è un caso che festeggiamo la Giornata Mondiale degli Oceani e che in Italia l’11 aprile sia la Giornata Nazionale dei Mari- spiega alla Dire Alessandro Botti, presidente di Ambiente Mare Italia- perché il mare è vita. Il 70% del nostro pianeta è mare e ci da il 50% dell’ossigeno. E’ oltretutto il ‘pianeta sconosciuto’ dove esiste e vive oltre l’80% di tutte le forme di vita e della biodiversità di questo pianeta, eppure noi ne conosciamo solo il 10% e non conoscere le forme di vita del mare comporta una grave perdita per l’uomo perché negli ultimi 20 anni le maggiori scoperte in materia di medicina e farmacologia derivano proprio dal mare”.
Secondo l’oceanologo Marco Marcelli, “il mare gioca un ruolo fondamentale nella vita di tutti noi ed è importantissimo preservarlo perché la maggior parte della biodiversità è marina e perché il suo ruolo nella normalizzazione del clima è il più importante nel nostro pianeta”.
A questo grande ecosistema sono inoltre legate direttamente oltre 3 miliardi di persone per cui il mare rappresenta la principale fonte di proteine. E in termini economici l’industria marina e costiera genera circa 3mila miliardi di euro ogni anno. “I sistemi marini sono quelli che hanno il massimo valore, che producono ricchezza gratis- afferma ancora il professor Marcelli- ma sono quelli a cui diamo meno valore. In Italia ci sono molte meno aree marine protette che parchi nazionali, nonostante abbiamo 8mila chilometri di coste”.
Ambiente Mare Italia, per questo motivo, propone e promuove una serie di azioni urgenti, dalla riduzione degli imballaggi nel commercio dei beni e degli alimenti, all’aumento dei fondi per le imprese che intendono avviare una transizione ecologica, dall’abbandono dei materiali monouso alla creazione di aree protette, al sostegno della pesca sostenibile. “Noi siamo consapevoli come la prima proposta sia una alleanza forte- dichiara Botti- tra cittadini, aziende, mondo produttivo, governi locali e organismi sovranazionali. Per quello noi lavoriamo sempre sulla cultura, sull’educazione, sul far passare idee. Abbiamo bisogno di prendere l’obiettivo 14 dell’agenda 2030 e renderlo obiettivo politico, qualcosa di reale. Abbiamo bisogno di fare la transizione ecologica e dimenticare che questa debba fare i patti con la transizione economica. Non è più il tempo. E’ urgente che ciascuno faccia la propria parte”.