“Le crisi ambientali, sanitaria, economiche e sociali in tema di risorsa idrica non si possono affrontare stagione per stagione, crisi idrica dopo crisi idrica.
Sul tema importante, delicato e difficile come quello della corretta gestione della disponibilità dell’acque, compreso il risparmio idrico, crediamo che si debba attivare un impegno politico del Governo e del Parlamento tutto che vada oltre il mandato elettorale. Riponiamo grandi speranze nella task force che il Governo ha voluto istituire sul tema.
Per il benessere del Paese è necessario affrontare l’argomento prima degli eventi di crisi, altrimenti avremo pochissimo tempo per contenere i danni di questa e delle future siccità.
Serve un completamento e potenziamento delle azioni solo avviate nel nostro Paese per fronteggiare e contenere gli effetti sulla popolazione e sull’economia, agricola e industriale, delle future crisi idriche, cose che avevamo già segnalato nel 2017”. Lo ha affermato il geologo Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale.
“Le azioni da compiere devono essere prima analizzate nei contesti territoriali, pianificate e progettate, queste non possono essere uniche su tutto il territorio nazionale ma devono differenziarsi tenendo conto delle caratteristiche territoriali, sociali ed economiche.
Riteniamo prioritario che il nostro Paese nel prossimo futuro debba agire nelle azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici – ha concluso Fiore – previste anche dalla Strategia Nazionale di Adattamento al Clima (SNAC) quali: recupero acque reflue depurate per uso irriguo e industriale; compatibilità degli impianti agricoli e zootecnici con le disponibilità idriche; uso in agricoltura di sistemi d’irrigazione innovativi volti al risparmio idrico; ricerca applicata alla desalinizzazione delle acque, meglio salmastra che salate; studio delle sorgenti costiere al fine della loro captazione prima che le acque finiscano in mare; programma di ampliamento, riparazione e sostituzione delle reti acquedottistiche a supporto degli usi umani e produttivi; ricarica degli acquiferi sotterranei; realizzazione di invasi di piccole dimensioni (laghetti collinari) a scopi irrigui; realizzazione di invasi a scopi misti; attuazione della norma sulle reti duali; mappature e controllo delle utenze che usano le acque sotterranee al fine di una programmazione idrogeologica del prelievo; mappature e controllo delle sorgenti al fine di una programmazione idrogeologica del loro utilizzo; campagne di sensibilizzazione e educazione ambientale all’uso razionale della risorsa.
Dobbiamo agire per tempo e con determinazione perché le crisi idriche che viviamo e vivremo negli anni avvenire non possono essere affrontate chiedendo solo ai cittadini di chiudere il rubinetto quando si lavano i denti o prevedendo la realizzazione di nuove grandi dighe”.