Il Piano Casa è, di fatto, morto. In particolare con il passaggio in cui vengono ripristinate le scadenze temporali della Legge 8 del 2015 sugli articoli relativi al recupero e il miglioramento del patrimonio edilizio esistente, la Corte Costituzionale ha colpito il cuore del provvedimento approvato dalla Regione nel gennaio 2021, rendendolo quasi del tutto inefficace. Ciò che rimane, com’era prevedibile, è il divario tra i cittadini che sono riusciti ad avvalersi di una normativa in vigore sebbene incostituzionale e coloro che invece non hanno fatto in tempo. Ma soprattutto resta la sensazione che proseguire sulla strada degli interventi normativi a tempo e non sistemici non sia più possibile.
Il non poter fare affidamento sulle norme porta all’immobilismo, sostengono gli Ingegneri della provincia di Cagliari. E fermare un settore che grazie ai bonus edilizi sta timidamente provando a ripartire porterebbe danni incalcolabili. Nella recente sentenza sul Piano Casa, la Corte Costituzionale ha ribadito che consentire interventi parcellizzati e svincolati da una coerente e stabile cornice normativa di riferimento non soltanto trascura l’interesse all’ordinato sviluppo edilizio proprio della pianificazione urbanistica, ma danneggia di fatto il territorio in tutte le sue connesse componenti e, primariamente, nel suo aspetto paesaggistico e ambientale.
«Questo è esattamente ciò che noi tecnici andiamo ripetendo da anni – dice il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Cagliari Sandro Catta –. Proseguire sulla strada delle proroghe e delle leggine a tempo è controproducente. Il settore ha bisogno di una nuova legge senza scadenze, che contenga regole chiare e coniugate con la disciplina urbanistica vigente, che codifichi con criterio le premialità volumetriche conseguenti al miglioramento del costruito, alla demolizione dei volumi incongrui e siti in aree sensibili o a rischio idrogeologico, stabilendo regole certe su dove costruire e dove no, su cosa si può fare e cosa no».
Per andare nello specifico del Piano Casa, una misura importante per stimolare il recupero del costruito e di conseguenza incidere sul risparmio del territorio, ci sono già diverse Regioni italiane in cui questa misura è stata resa organica, ad esempio in Valle d’Aosta, dove è in vigore sin dal primo momento (2009), in Liguria (dal 2015), ma anche, con modalità differenti, nel Lazio, in Umbria, nel Veneto, in Piemonte e in Friuli Venezia Giulia.
Ma a partire dalla stessa legge Urbanistica regionale, è tutto il complesso normativo ad avere necessità di aggiornamento e semplificazione. «Noi tecnici rinnoviamo la disponibilità al confronto con l’amministrazione in ogni sede – conclude Catta –, per contribuire alla stesura di un impianto normativo di qualità e di immediata applicabilità in grado di supportare e, se possibile, moltiplicare l’impulso dato all’edilizia sarda dagli ecobonus».