L’Italia è uscita dalla recessione. La ripresa è però ancora debole e trainata dalla domanda estera. La crescita del Pil italiano nel I° trimestre del 2019 è stata pari allo 0,2 per cento, contro una previsione media degli economisti di +0,1 per cento. Questa la stima provvisoria diffusa oggi dall’Istat. Su base annua la variazione tendenziale è però minima:+0,1 per cento. L’economia è così uscita dalla recessione tecnica dovuta ai due cali consecutivi del Pil registrati negli ultimi due trimestri del 2018, entrambi chiusi a -0,1 per cento.
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La variazione congiunturale del Pil – la più elevata dall’ultimo trimestre 2017 – è la sintesi di incrementi del valore aggiunto sia nei comparti agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quelli dell’industria e dei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo della componente nazionale e un apporto positivo della componente estera netta (saldo tra export e import). La ripresa insomma è frutto di dinamiche favorevoli all’estero più che di un risveglio di consumi e investimenti interni.
Resta infatti ampio il divario con l’Eurozona, che nel primo trimestre è cresciuta dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% su base annua. A 11 anni dall’inizio della crisi economica, il Pil italiano è ancora del 5% inferiore ai livelli precrisi, nonostante il moderato rimbalzo dei primi tre mesi del 2019. Il primo trimestre del 2019 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al primo trimestre del 2018.
I trimestre 2012 – I trimestre 2019, dati concatenati, destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario; anno di riferimento 2010 (Fonte: Istat)
Secondo l’Istat all’inizio del 2019 l’economia italiana ha registrato «un moderato recupero che ha interrotto la debole discesa dell’attività registrata nei due trimestri precedenti». Nel complesso, «l’ultimo anno si è caratterizzato come una fase di sostanziale ristagno del Pil, il cui livello risulta essere nel primo trimestre del 2019 pressoché invariato rispetto a quello di inizio del 2018». La stima preliminare del Pil, ricorda poi l’Istituto di statistica, ha « natura provvisoria», e «si basa su una valutazione dal lato dell’offerta che indica un netto recupero dell’attività industriale e contributi positivi sia del settore agricolo, sia dell’insieme del terziario».
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«Potremo festeggiare il primo maggio con qualche dato positivo: l’Istat ci dice che la disoccupazione scende, che siamo fuori dalla recessione, dati importanti che ci fanno affrontare il primo maggio con elementi incoraggianti», esulta il vicepremier Luigi Di Maio. Soddisfatto anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria: «L’Italia è fuori dalla recessione». La stima dell’Istat, sottolinea, «evidenzia come l’economia italiana abbia quasi integralmente recuperato la caduta del Pil registrata nella seconda metà del 2018». Il dato provvisorio pe ril primo trimestre «lascia intravedere che la previsione di crescita annuale (0,2% in termini reali) indicata nel Def possa essere raggiunta e anche superata se il contesto internazionale sarà moderatamente favorevole», conclude.
Cottarelli prevede crescita dello 0,4% nel 2019
Che il Pil italiano quest’anno possa far meglio, anche se non di molto, del +0,2% previsto dal governo nel Def è convinto anche Carlo Cottarelli. «Visto il dato di oggi – scrive su Twitter l’economista Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano – confermo la previsione di crescita annua allo 0,4% nel 2019 (coerente con una crescita trimestrale di +0,2% nel secondo trimestre e +0,3% nel terzo e quarto trimestre). La ripresina deriva dalla domanda estera, non interna, e cresciamo sempre la metà dell’area euro».
Csc: produzione robusta nel I trimestre, fiacco marzo-aprile
La produzione industriale italiana è stimata in robusto aumento nel primo trimestre 2019 (+1,1% congiunturale, dopo -0,9% nel precedente), grazie alla dinamica estremamente positiva registrata in gennaio e febbraio. È la previsione dell’Centro studi di Confindustria (CsC). Il calo rilevato in marzo e aprile, si legge in una nota, riporta però in territorio negativo la variazione acquisita nel secondo trimestre (-0,9%). La dinamica dell’attività nei primi mesi dell’anno è spiegata in gran parte da fattori temporanei, soprattutto la ricostituzione delle scorte, che tenderanno a rientrare nei mesi primaverili. La domanda interna è ancora debole mentre quella estera stenta a ripartire. Le indagini qualitative condotte presso gli imprenditori manifatturieri e presso le famiglie, aggiunge la nota del CsC, confermano un quadro sostanzialmente debole e con prospettive non favorevoli.
Pil sotto del 5% dai livelli pre-crisi
A 11 anni dall’inizio della crisi economica, il Pil italiano è ancora del 5% inferiore ai livelli precrisi, nonostante il mini-rimbalzo dei primi tre mesi del 2019. Il dato emerge dal confronto tra le ultime rilevazioni Istat sul primo trimestre di quest’anno e il primo trimestre del 2008, considerato il picco precedente la grande recessione.
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