La Direttiva Breakfast assicura una maggiore tutela della produzione nazionale di miele ma su succhi e marmellate si è persa l’ennesima occasione per assicurare più trasparenza ai cittadini, soprattutto in un settore che vede come primi consumatori le giovani generazioni. Ad affermarlo è la Coldiretti nel commentare il via libera definitivo degli Stati membri, durante il Consiglio Ue Agricoltura, all’accordo raggiunto con l’Europarlamento sulle nuove norme.
Come richiesto da Coldiretti, la “direttiva colazione” contrasterà con maggiore efficacia le importazioni di miele adulterato da Paesi terzi attraverso l’etichettatura obbligatoria e chiaramente visibile del paese di origine e avvieranno un processo per creare un sistema di tracciabilità del miele. Una novità importante rispetto a una situazione dove l’import sleale di prodotto di scarsa qualità e a prezzi stracciati dall’estero, sta affossando il miele italiano, con oltre 25 milioni di chili di prodotto straniero che hanno varcato i confini nazionali nel 2023.
In sede di accordo è stato però stralciato l’obbligo dell’indicazione obbligatoria dell’origine della materia prima per succhi di frutta, marmellate e confetture, inizialmente inserito proprio su pressing della Coldiretti. Un passo indietro verso la tutela della libertà di scelta e la difesa della salute dei cittadini europei, a partire da quelli più giovani, solo parzialmente compensato dalle indicazioni più chiare sul contenuto di zucchero nei succhi e sul contenuto minimo di frutta nelle confetture e nelle marmellate.
Un milione di firme per la trasparenza. Proprio per portare l’Ue a cambiare direzione nelle politiche di tutela dei cittadini la Coldiretti ha lanciato dal Brennero una grande mobilitazione con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. Il tema sarà tra quelli al centro delle assemblee che la Coldiretti ha organizzato per domani, martedì 30 aprile, su tutto il territorio nazionale con oltre 50mila agricoltori.
L’obiettivo è rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Unione. Una mobilitazione che potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.