
(ANSA) – TEL AVIV, 09 OTT – Dopo oltre due settimane di
lockdown, il ministero della sanità israeliano ha oggi riferito
di aver rilevato “segni apparenti di un arresto” nella
diffusione della pandemia coronavirus. Ciò nonostante, ha
avvertito, Israele resta uno dei Paesi col più elevato tasso di
contagi. Ieri sono stati rilevati 3.692 casi positivi, l’8 per
cento dei tamponi condotti (circa 46 mila). Si tratta di un calo
ulteriore, dopo il picco del 15 per cento registrato alla fine
di settembre. Stabile il numero dei malati gravi (852) e quello
dei malati in rianimazione (241). I decessi sono saliti a 1.864.
Particolare preoccupazione desta la situazione sanitaria
nelle località ortodosse, dove malgrado il lockdown in occasione
di successive ricorrenze religiose ebraiche si sono avuti
ripetuti assembramenti di massa. Migliora sensibilmente invece
la situazione nelle località arabe, dove il mese scorso si erano
registrati alti tassi di contagio imputati a matrimoni
affollati. Secondo dati raccolti dall’Istituto Weizman fra i
nuovi casi positivi della settimana scorsa l’8 per cento erano
arabi, il 47 per cento ortodossi ed il 45 per cento il resto
degli israeliani. (ANSA).
Fonte Ansa.it