
Ed ecco che si rivede un potentissimo anticiclone in quota, di quelli che durante la stagione estiva ci portano eccezionali ondate di calore. E che negli scorsi anni hanno azzerato le tipiche condizioni meteo invernali. Eppure, i modelli matematici stagionali, ed anche quelli che estendono le loro proiezioni fino a un mese mezzo, non propongono durature fasi anticicloniche.
Quando sarà un evento meteo con anomalie rilevanti, e ogni volta che si presenta determina sgomento, e diciamocelo la tristezza per un tempo atmosferico del passato che sembra non ripresentarsi più.
L’autunno è la stagione di mezzo, i nostri sguardi sono orientati ormai verso l’inverno, essendo questa come l’estate la stagione di punta dell’anno, quando si possono osservare gli estremi di eventuali rigori di freddo.
L’inverno è una stagione molto importante per l’equilibrio climatico, come lo è l’estate. Ed è per tal motivo che si parla anticipatamente di queste stagioni. Però, le discussioni non indicano che ci sarà un evento o una situazione prevalente, prospettano la possibilità, che è ben diverso di affermare che ci sarà questo o quello.
Per il momento ci soffermiamo su una proiezione discretamente avanti nel tempo che va da circa sette a dodici giorni, quando compare questa enorme anomalia che viene rappresentata da una mappa dei colori eloquenti: l’arancione e il rosso. Si tratta di un’alta pressione con elevati valori soprattutto in quota, che evidenzia anomalie.
Rammentiamo che le nostre mappe derivano dai modelli matematici di previsione, e sono rappresentate in forma estremamente semplificata al fine di poter illustrare una linea di tendenza ed essere di supporto all’articolo.
Quindi torniamo a parlare di questo anticiclone, abbiamo osservato anche la temperatura all’altezza di circa 1500 metri. Ma essendo nel semestre freddo, non tutta Italia dovrebbe usufruire in ugual misura dell’alta pressione del tepore che giungeranno.
Nelle regioni del Nord, in specie la Valle Padana, ma anche alcune grandi pianure dell’Italia centrale, si verificheranno le ideali condizioni per le inversioni termiche, una condizione atmosferica di cui abbiamo parlato ampiamente tutti i semestri freddi. Sostanzialmente quei territori tendono a raffreddarsi e autoprodurre il freddo mentre in montagna la temperatura schizza verso valori superiori alla media.
Quindi potrà succedere che in aree tipo la Valle Padana la colonnina di mercurio rimanga bassa, anche sotto la media di giorno, e che si formino anche nebbie o nubi basse, che impediranno ai raggi solari di intiepidire le giornate. Ciò fa parte della tipicità del clima di tali territori.
Nel resto d’Italia, la situazione meteo illustrata favorirà condizioni atmosferiche abbastanza buone per alcuni giorni con temperature sopra la media. Questo periodo atmosferico si inquadra in quella che un tempo veniva chiamata l’estate di San Martino.
Quindi, l’estate di San Martino durerà molto?
Sulla base delle attuali stime diffuse dai modelli matematici al lunghissimo termine, non infiammerà l’autunno. Sempre lo stesso modello matematico, per intenderci quello europeo da cui abbiamo estratto la mappa che alleghiamo, indica che ci sarà presto la ripresa delle precipitazioni determinate dal transito di perturbazione oceaniche.
Ma complessivamente, i prossimi 45 giorni, potrebbero avere dei deficit pluviometrici anche importanti su gran parte d’Italia. Per intenderci, potrebbe piovere meno rispetto alla norma. Un po’ meglio potrebbe andare nelle regioni del centro Adriatico, il sud Italia, il nord della Sicilia, e le Alpi centrali.
Ma previsioni in ambito locale a così lungo termine hanno un’affidabilità irrisoria. Complessivamente potrebbe piovere meno rispetto alla norma, e ancora una volta con precipitazioni estremamente concentrate in brevi periodi e anche irregolari nella distribuzione geografica. Ovviamente avremo modo di parlarne nel seguito.
Rammentiamo che le previsioni meteo con validità sino a 5 giorni hanno una maggiore affidabilità, mentre questa decresce man mano che ci allontaniamo nel tempo.
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