Dopo un maggio e una prima parte di Giugno dal clima insolitamente fresco, il meteo ha cambiato radicalmente volto in gran parte d’Europa. Stanno infatti salendo alla ribalta le masse d’aria di natura subtropicale. Quello che stiamo sperimentando è un periodo di meteo estremo, destinato peraltro ad un’ulteriore recrudescenza.
Più in generale, alcune parti del nostro Emisfero sono interessate da ondate di calore imponenti, controbilanciate da situazioni opposte di freddo che penalizzano altri settori. Questa è la conseguenza di uno schema barico con ampie Onde di Rossby e movimenti di masse d’aria lungo i meridiani.
Solo qualche giorno fa avevamo annunciato l’eccezionale ondata di caldo che stava colpendo gli Stati Uniti occidentali. Questo evento storico ha toccato il culmine, con temperature in alcuni casi che si sono spinte verso livelli da record per il periodo.
A Furnace Creek, nota come la Valle della Morte, si sono superati di poco i 53 gradi. Non è record assoluto che peraltro risaliva appena alla scorsa estate. Tuttavia si tratta di una temperatura mai registrata prima a giugno. La soglia dei 50 gradi è stata superata anche in California e non era mai successo a giugno.
Caldo eccezionale in Europa, anche i prossimi giorni
Il caldo record ha messo nel mirino anche l’Europa. Sulla Germania sono stati battuti diversi record decadali e mensili, come nel caso di Dorpen ed Amburgo dove sono stati raggiunti superati i 35 gradi. Il caldo non risparmia nemmeno l’Olanda, con quasi 34 gradi raggiunti a Groningen.
Questa ondata di calore così intensa si sta espandendo sull’Europa Nord-Orientale, dove potrebbero raggiungersi picchi estremi da record tra la Polonia e l’area baltica. Il Vecchio Continente sarà sede di feroci contrasti, per l’avanzata da ovest di correnti più fresche atlantiche. Potranno crearsi violenti temporali.
Il meteo con caldo estremo, capace di salire fin oltre il Circolo Polare Artico, è peraltro responsabile dell’accelerazione sul fronte della fusione della banchisa. Particolarmente problematica la situazione in particolare sul nord della Siberia, con la fusione della sezione del Mare di Laptev a livelli mai vista prima in questo periodo.