Dopo esserci occupati delle proiezioni meteo climatiche stagionali secondo il modello europeo ECMWF, passiamo dall’altro lato dell’Atlantico e andiamo ad analizzare l’ipotesi della controparte americana.
Il modello CFS versione 2 del NOAA/NCEP solitamente viene considerato meno affidabile dei colleghi europei, in particolare di ECMWF, ma spesso e volentieri è in grado di offrirci un altro punto di vista sulle tendenze a lungo termine.
Per quanto riguarda la distribuzione delle strutture bariche è possibile identificare un’area di Bassa Pressione spesso insistente nel Nord Atlantico, mentre per quanto riguarda le strutture anticicloniche una delle più imponenti andrebbe a posizionarsi sulla Siberia e sull’Oceano Artico. L’altra sarebbe quella del Pacifico settentrionale, ma in questo caso risulterebbe molto meno forte rispetto alle proiezioni ECMWF.
Analizzando le anomalie termiche è interessante notare come temperature ben superiori alla media potrebbero riguardare il Circolo Polare Artico, idem sulla Siberia. Anche in alcune zone dell’Europa e negli Stati Uniti nordoccidentali potrebbero prevalere anomalie termiche positive.
Per quanto riguarda il vecchio continente, che poi è quel che più interessa, il caldo potrebbe farsi sentire nell’Europa meridionale e centrale, pur senza particolari eccessi. La differenza tra CFS e i colleghi europei è ancora più marcata nel caso delle precipitazioni. Il modello americano vedrebbe più piogge del normale sull’Europa occidentale.
Le condizioni di siccità evidenziate da ECMWF, che riguarderebbero anche l’Italia, in questo caso si sposterebbero più verso nordest direzione Europa centrale, Balcani settentrionali e Europa orientale. Da noi il regime pluviometrico potrebbe attestarsi sulla media.