Ottobre è stato terribile per il ghiaccio artico marino dell’Artico, la cui estensione è stata di 5,28 milioni di chilometri quadrati, la più bassa mai registrata in questo mese da quando è attivo il costante monitoraggio satellitare.
Basti pensare che tale estensione minima da record è risultata essere di 3,07 milioni di chilometri quadrati al di sotto della media di ottobre dal 1981 al 2010 e di 450.000 chilometri quadrati al di sotto del minimo record di ottobre risalente ad appena un anno fa, nel 2019.
Questa crisi così forte del ghiaccio marino artico è derivato anche dalla vasta anomalia di calore sul settore siberiano, libero dal ghiaccio. Le temperature costantemente superiori alla norma hanno ritardato parecchio il ricongelamento.
Buone notizie arrivano dall’evoluzione recente, con il ghiaccio in rapida crescita come si evidenzia dal grafico, che mostra la netta accelerazione verso un incremento dell’estensione del ghiaccio. La situazione resta deficitaria, ma non così grave.
La ripresa del ghiaccio marino artico, rispetto alla precedente situazione, è favorita dal rinforzo del Vortice Polare. Un Vortice Polare più compatto mantiene l’aria fredda maggiormente intrappolata nel Circolo Polare Artico, chiudendo la strada ad eventuale risalite d’aria calda da sud.
Il trend negativo di lungo periodo è però inevitabile. Compreso il 2020, il tasso lineare di declino per l’estensione del ghiaccio marino di ottobre è del 10,1% per decennio. In 42 anni, l’Artico ha perso circa 3,45 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio in ottobre, equivalenti al doppio rispetto all’estensione dell’Alaska.
Lo stesso Vortice Polare, che sta favorendo il recupero d’estensione del ghiaccio marino, è invece responsabile dell’attuale anomalia in Europa e sull’Italia, ove il meteo ha assunto connotati ben poco autunnali con tepore e assenza di perturbazioni.
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