La Groenlandia è fra le zone del pianeta che più di altre stanno risentendo del riscaldamento climatico, con i ghiacci che si stanno sciogliendo ad un ritmo accelerato, mai visto prima perlomeno considerato gli ultimi 12 mila anni.
Una simulazione pubblicata sulla rivista Nature, relativa ad uno studio condotto dall’università americana di Buffalo, indica che siamo vicini ad un punto di non ritorno. Diventa sempre più urgente ridurre ulteriormente le emissioni dei gas serra.
La ricerca ha simulato le condizioni della calotta glaciale della Groenlandia, attraverso l’analisi delle carote di ghiaccio per ricostruire i dati relativi a temperature e precipitazioni. Da ciò è emerso che il tasso di rapidità di scioglimento della calotta glaciale nell’ultimo secolo è senza precedenti negli ultimi 12 mila anni.
Il modello di simulazione ha cercato di calcolare quello che potrebbe accadere nel futuro dei prossimi decenni, se andiamo verso una situazione migliore o peggiore. Gli scenari futuri si sono basati sui dati del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc).
Ebbene, se il mondo dovesse riuscire a condurre una forte emissione dei gas serra, la simulazione prevede che la fusione di ghiaccio della Groenlandia rallenterebbe nel corso di questo secolo, risultando di poco superiore a quello medio riscontrato negli ultimi 12 mila anni.
Molto più allarmante quello che potrebbe accadere in uno scenario ad alte emissioni, con il tasso di perdita di ghiaccio dalla Groenlandia che potrebbe addirittura essere circa quattro volte quello sperimentato negli ultimi 12.000 anni.
Secondo gli esperti, alla luce di queste previsioni, è necessario fare di tutto per ridurre le emissioni di gas serra, in modo peraltro da diminuire il contributo che lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia darà all’innalzamento del livello degli oceani.