In termini di grandi notizie scientifiche, questa è sicuramente fra le più importanti: c’è vita su Marte! Nell’articolo troverete una serie di rivelazioni sulla caduta di razzi e navicelle spaziali sulla Terra. L’allarmismo recente è stato parecchio giustificato. Ignoravamo che la NASA fu persino multata in Australia.
Internet era in fermento la scorsa settimana quando è emersa la notizia erano stati individuati alcuni funghi sul Pianeta Rosso. Le forme di vita fungina erano state immortalate nelle foto scattate dai Rover della NASA quasi due decenni fa ma, in qualche modo, nessuno si è mai accorto.
Nel documento pubblicato online dalla rivista Advances in Microbiology, si legge che le foto mostravano formazioni sferiche a forma di fungo, che si sono persino espanse di diametro su foto sequenziali, suggerendo una crescita biologica. Gli autori hanno affermato che la NASA aveva ignorato altre prove di vita su Marte in passato a causa di discussioni nelle quale si è desunto diversamente.
Advances in Microbiology ha avuto un’accoglienza mista. Mentre alcuni siti di notizie online lo hanno elogiato, altri erano più scettici. Per andare a fondo, Feedback ha cercato di consultare la corrispondente spaziale di New Scientist, ma sembrava riluttante, sostenendo di essere impegnata a lavorare su “storie vere”.
Il giornalista ha riportato che la NASA aveva già studiato le strane formazioni, concludendo che fossero semplicemente rocce sferiche a base di ferro per metà sepolte nella sabbia, soprannominate mirtilli. La spiegazione più probabile per il loro aumento di dimensioni era che il vento avesse spazzato via parte della sabbia.
“Questi sono fenomeni noti”, disse. “Se ci fosse vita su Marte, ogni scienziato che studi il pianeta rosso sarebbe fuori di testa dalla gioia; non cercherebbe di mantenerlo segreto”.
Crisi cinese
Una di quelle cosiddette “storie vere” che tenevano occupata la corrispondente spaziale è stata senza dubbio il destino del razzo “Long March 5B” della China National Space Administration (CNSA), decollato il mese scorso per fornire un modulo abitativo per l’imminente stazione spaziale della nazione.
Ciò che sale deve, però, scendere e i resti del razzo hanno eseguito un’operazione di rientro non controllato che, in termini semplici, significa lasciarlo ricadere sulla Terra come la gravità lo ritiene opportuno, e sperare che non colpisca nulla. Per fortuna, è esattamente quello che è successo. I resti del razzo sono atterrati nell’Oceano Indiano, a differenza dell’anno scorso, quando i detriti di un precedente razzo CNSA si sono schiantati su due villaggi della Costa d’Avorio.
In quell’occasione nessuno si è fatto male, ma alcuni edifici non sono usciti così bene dall’incontro. La Cina ha in programma altri dieci lanci di razzi per completare la sua stazione spaziale, quindi forse si dovranno ancora incrociare le dita e assicurare la casa.
I politici hanno cercato di esprimere le loro opinioni su un simile approccio alla sicurezza dei razzi senza causare un incidente diplomatico. “Per quelli di noi che operano nel dominio spaziale c’è un requisito, o per lo meno dovrebbe esserci, per operare in modo sicuro e premuroso”, ha affermato il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin su The Guardian.
Tutti sbagliano
Forse l’agenzia spaziale cinese non dovrebbe essere giudicata troppo duramente per non aver controllato dove atterrano i suoi detriti missilistici, poiché il campo è notoriamente difficile. Ad esempio, quando Skylab, la prima stazione spaziale statunitense, scese dall’orbita nel 1979, la NASA fallì nel tentativo di guidarla nell’oceano e finì per spargerla attraverso l’Australia occidentale.
Ancora una volta, nessuno è rimase ferito.
Ma un comune chiamato “Shire of Esperance” sulla costa meridionale dell’Australia, il quale si è fatto carico della raccolta di alcuni detriti, ha emesso alla NASA una multa di 400 dollari australiani per i rifiuti.