Il mare caldo è uno dei fattori predisponenti alla maggiore presenza dei tornado. La temperatura del mare sembra svolgere un ruolo importante soprattutto in Puglia, Calabria e nell’Adriatico settentrionale. Altre condizioni atmosferiche favoriscono lo sviluppo delle trombe d’aria, soprattutto sul Nord Italia.
Sono questi alcuni dei risultati di uno studio svolto dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr-Isac, che ha analizzato 20 anni di dati monitorando le condizioni che hanno agevolato la formazione delle trombe d’aria più importanti.
Il riscaldamento climatico è un fatto incontrovertibile che sembra certamente favorire gli eventi estremi. La genesi dei tornado è generalmente associata a forti anomalie in alcuni parametri meteorologici. C’è forte differenza tra le varie macroregioni analizzate, secondo quanto illustrato nello studio.
Le trombe d’aria al Sud generalmente si sviluppano in autunno e d’estate e hanno origine da trombe marine che si spostano sulla terraferma. In genere si verificano in conseguenza del transito di una massa d’aria di origine africana molto calda e umida, oltre che fortemente instabile, con wind shear elevato.
Discorso diverso sul Nord Italia, dove i maggiori eventi tornadici si verificano per lo più in tarda primavera e in estate; in questi casi l’instabilità si scatena per l’arrivo di aria più fresca proveniente da nord, al di sopra dell’aria calda e ricca di umidità che persiste nei bassi strati durante la stagione estiva.
In merito alle trombe marine, il monitoraggio dei dati ha permesso di evidenziare che il mare su cui si formano risulta generalmente più caldo della media climatologica. Tale anomalia risulta maggiore per i fenomeni che interessano le coste ioniche e venete.