Preceduto dal singolo “Discoteca”, il nuovo lavoro in studio ha un respiro totalmente proiettato negli anni ‘80, proprio come la nuova immagine di Bianca. Il 1987 è il suo anno di nascita, e nel disco c’è la voglia di ripartire, di farsi ascoltare, di colpire ancora con il suo graffio che cattura le emozioni più profonde.
Le otto nuove canzoni sono un misto tra un’anima dance e la vena romantica che ha sempre contraddistinto lo stile di Bianca Atzei. Essere diventata mamma di Noa Alexander ha svelato il suo lato più leggero dal punto di vista musicale, ma comunque oltre ai brani più up-tempo ci sono le ballate che ci riportano ai suoi esordi nei club.
L’album è stato interamente registrato e prodotto da Diego Calvetti al Platinum Studio di San Gimignano.
1987 – TRACK BY TRACK RACCONTATO DA BIANCA ATZEI
DISCOTECA
Prendo fiato, mi allontano. Ho voglia di me, tutto il resto mi stressa… Con Discoteca sono tornata alla spensieratezza delle mie serate trascorse a ballare lontana da ogni tipo di preoccupazione, e mi sono divertita a immaginare di frequentare i club di qualche decennio prima, negli anni 80, che poi sono gli anni in cui io sono nata. La musica di quel periodo mi è entrata dentro sin da bambina, certe canzoni crescono dentro di te, fanno parte di te e le riascolti sempre con piacere e un brivido di nostalgia anche per il resto della tua vita. È da questo mix di nostalgia della mia infanzia e della mia voglia di leggerezza tipica dell’adolescenza che sono nati sia questo brano, sia il mood che accompagna tutto il disco.
INDIGENO
In questo pezzo c’è molto dell’immaginario collettivo della cultura pop degli anni 80: mi sono immaginata un po’ nel classico videoclip in cui spio il mio vicino di casa mentre è alle prese con i classici lavori in casa come il giardinaggio, insomma quell’atmosfera che ricorda un po’ i video di Jo squillo o Sabrina Salerno, che adoro!
BAGNOSCHIUMA
Con questo brano sono tornata un po’ indietro nel passato. Quando si è più giovani si vivono amori sfuggenti, conosciamo tutti quella sensazione di malessere, soprattutto da teenager, nel tempo in cui il primo amore era un desiderio inafferrabile, e ti dicevi: “chi se ne frega della palestra, chi se ne frega di tutto il resto… vorrei solo te che continuamente mi sfuggi tra le dita,scivoli via”. Proprio come il bagnoschiuma.
LE CANZONI DI VASCO feat. Tormento
Il botta e risposta a ritmo funk tra me e Tormento racconta momenti di grande nostalgia: ci sono canzoni, in questo caso quelle di Vasco, che ti ricordano momenti condivisi, che restano impressi sottopelle e nelle lunghe chat d’amore che si rileggono quando tutto finisce.
Quando un’intera discografia fa da colonna sonora a una storia d’amore, quel cantante te la ricorderà per sempre.
Ma si va avanti, e arriveranno altre sere d’estate, sorseggiando un bicchiere di vino o dando il morso al prossimo gelato.
TUTTO L’AMORE CHE HO DENTRO
È una canzone che ho scritto otto anni fa e parla di una di una rinascita: immagina due montagne, collegate da un filo sottile. Io sono lì, che cammino su quel filo per andare da una parte all’altra: sono sospesa nel vuoto ma mi sento coraggiosissima perché la montagna che mi aspetta dall’altra parte è la metafora dell’amore più grande di tutti, e l’idea di raggiungerlo mi dà la forza di cui ho bisogno.
ACQUA FUOCO TERRA
È l’immagine di un amore importante, che ti fa sentire alle stelle: c’è la solidità del rapporto, la bellezza che ti inonda, e il fuoco della passione che ti brucia.
NON TI LASCIO ANDARE
Questa canzone l’ha scritta Kekko Silvestre ed è un’esplosione di romanticismo che sento totalmente mia. Sono felice che la sua scrittura e la sua poesia siano state presenti fin dal primo momento della mia carriera. A ogni tappa importante del mio percorso artistico, lui c’è!
UNA COMETA BLU
Uno straordinario regalo di Diego Calvetti e Gigi D’Alessio, che senza chiedermi niente hanno praticamente tirato fuori in maniera molto profonda e intima tutto quello che avevo dentro in merito a un momento molto delicato della mia vita. Ho registrato la voce quando ero incinta di Noa, ero tra il settimo e l’ottavo mese di gravidanza. Ho voluto lasciare quella versione, nonostante fossi molto raffreddata, perché mi ricorda quel momento preciso della mia vita, quella cosa straordinaria che mi stava accadendo nonostante il dolore provato qualche tempo prima. Oggi c’è Noa, che è la ragione della mia esistenza, ma quella cometa blu che mi guarda dal cielo sarà sempre parte di me.