Saranno gli accertamenti della polizia a chiarire sia la dinamica dell’incidente sia a chi era affidato il dodicenne del vercellese caduto lunedì 27 luglio in un crepaccio sul ghiacciaio a monte della Capanna Gnifetti, a oltre 3.600 metri di quota, sul Monte Rosa. All’arrivo del soccorso alpino valdostano in elicottero nessun adulto infatti ha dichiarato di accompagnarlo. Gli agenti sentiranno in primis i genitori, che dopo l’incidente lo hanno raggiunto dal Piemonte in ospedale ad Aosta (qui gli è stato diagnosticato un politrauma con 40 giorni di prognosi). Ora si trovano con lui all’ospedale Regina Margherita, dove è stato trasferito per ulteriori approfondimenti clinici.
Il ragazzino era caduto nel crepaccio per 30 metri, finendo su un cumulo di neve. Quando i soccorritori lo hanno estratto aveva indosso un imbrago ma non era legato ad altri. Sul posto c’erano degli adulti con altri giovani: gli accertamenti della polizia dovranno chiarire se si trovasse insieme a loro. Non è escluso infatti che il gruppo fosse giunto in funivia a Punta Indren (a 3.000 metri) e da qui a monte di Capanna Gnifetti, con una salita di circa un’ora e mezza e un possibile rientro a valle in giornata.