(ANSA) – ROMA, 21 DIC – In Usa l’aumento dei consumi di alcol
verificatosi durante il primo anno di pandemia potrebbe causare
oltre 8 mila decessi in più per malattie epatiche nei prossimi
20 anni. È l’allarme lanciato da uno studio coordinato da
ricercatori del Massachusetts General Hospital e pubblicato
sulla rivista Hepatology.
“Dall’inizio della pandemia di coronavirus del 2019 negli
Stati Uniti, il consumo di alcol è aumentato considerevolmente”,
scrivono i ricercatori. “Gli studi hanno rilevato che la
quantità di bevande medie al giorno consumate e gli episodi di
consumo eccessivo sono aumentati del 29% e del 21% tra febbraio
(prima che entrassero in vigore i lockdown) e novembre”.
Mettendo in relazione il rischio di malattie epatiche associato
all’alcol a questo incremento dei consumi, il team ha cercato di
comprendere quali potrebbero essere le conseguenze nel lungo
termine.
Considerando uno scenario di 20 anni, l’incremento dei
consumi dello scorso anno potrebbe produrre in USA 8 mila
decessi in più per patologie alcol-correlate, 18.700 casi
aggiuntivi di cirrosi e mille casi in più di cancro al fegato.
L’impatto potrebbe crescere ulteriormente se si protrarranno gli
elevati consumi dello scorso anno. Gli effetti del consumo
eccessivo di alcol durante la pandemia, però, potrebbero essere
visibili già nel 2023, quando si potranno già verificare circa
100 morti aggiuntivi e 2.800 casi in più di cirrosi.
“Speriamo che la nostra ricerca possa aiutare a dare il via a
un confronto a tutti i livelli della società su come possiamo
rispondere ai numerosi cambiamenti comportamentali, affrontando
i meccanismi e le scelte che hanno implicazioni a breve e lungo
termine per la salute di persone, famiglie e comunità intere”,
ha affermato il primo firmatario dello studio Jovan Julien.
(ANSA).
Fonte Ansa.it