(ANSA) – ROMA, 25 OTT – “Nel mese in rosa, mese della
sensibilizzazione contro il tumore al seno, tra le molte
magnifiche iniziative per informare e sviluppare consapevolezza
nelle donne e nelle Istituzioni, credo sia utile portare
l’attenzione anche su una famiglia di tumori rari che possono
colpire la mammella, ovvero sui sarcomi mammari” dichiara
Ornella Gonzato, presidente del Trust Paola Gonzato-Rete
Sarcoma.
I tumori maligni mammari hanno principalmente origine epiteliale
(carcinomi); tuttavia ,seppur raramente, la mammella può esser
colpita anche da sarcomi, tumori maligni ad origine
mesenchimale. I sarcomi della mammella contano circa l’1% delle
neoplasie mammarie e il 5% dei sarcomi dei tessuti molli. La
loro incidenza è di circa 4,5 casi/1.000.000 all’anno. Possono
essere tumori primitivi oppure secondari che si sviluppano su
tessuto radiotrattato in precedenza per altra tipo di neoplasia
( sarcomi radioindotti). I sarcomi della mammella sono un gruppo
istologicamente eterogeneo: alcuni istotipi presentano
caratteristiche cito-architetturali e biologiche sovrapponibili
agli istotipi che si osservano più frequentemente in altre sedi
anatomiche, come l’angiosarcoma,il leiomiosarcoma, il
liposarcoma, i sarcomi a differenziazione
fibro/miofibroblastica. Altri istotipi, come il sarcoma stromale
periduttale e il sarcoma fillode (che corrisponde alla varietà
maligna del tumore fillode), sono invece caratteristici della
mammella. Angiosarcoma e sarcoma fillode sono i più comuni;
presentano caratteristiche biologiche distinte e richiedono
approcci terapeutici diversi. L’angiosarcoma ha un comportamento
più aggressivo degli altri istotipi mentre il sarcoma filloide
tende a metastatizzate nel 20/30% dei casi. Si presentano
clinicamente come massa unilaterale palpabile con tendenza a
rapida crescita. La chirurgia è il trattamento principale anche
se la strategia chirurgica non è standardizzata e viene valutata
caso per caso, così come la sua possibile associazione con
chemioterapia e radioterapia.
“Purtroppo a causa della rarità manca ancora conoscenza, manca
evidenza di dati capace di guidare pienamente le
decisioni-cliniche. Per questo è necessario che siano condotti
studi a partire da quelli retrospettivi e sviluppate le più
ampie collaborazioni tra i ricercatori così da poter disporre di
fonti informative preziose per migliorare le strategie di
trattamento per le pazienti. L’approccio diagnostico e
terapeutico per i sarcomi mammari è necessariamente diverso da
quello per i tumori del seno ad origine epiteliale e proprio per
questo tutte le Linee Guida correnti raccomandano che le
pazienti siano sempre riferite a strutture con competenze
specialistiche per i sarcomi e gestite congiuntamente con le
breast units. ” conclude Gonzato. (ANSA).
Fonte Ansa.it