Cercare gli anticorpi contro il coronavirus in milioni di campioni di sangue per tracciare l’evoluzione della pandemia e individuare nuovi focolai: è con questo progetto pilota che potrebbe partire dagli Stati Uniti un Osservatorio Immunologico Globale, che permetta di condurre esami del sangue a tappeto nella popolazione per scoprire in modo tempestivo l’insorgenza di nuove epidemie. A lanciare la proposta dalle pagine della rivista eLife è un gruppo di esperti americani di Harvard, Princeton, Wellcome Trust e National Institutes of Health (Nih).
Il team, guidato dall’immunologo ed epidemiologo Michael J. Mina della Harvard School of Public Health, ipotizza di poter testare inizialmente 10.000 campioni di sangue al giorno, per salire successivamente a 100.000 solo negli Stati Uniti. Fin dalle fasi iniziali, l’Osservatorio permetterebbe di scoprire un focolaio di Zika o West Nile prima dell’attuale sistema di sorveglianza di salute pubblica americano. Potrebbe anche monitorare l’evoluzione dell’influenza stagionale, permettendo alle autorità di preparare per tempo gli ospedali e i vaccini.
I campioni di sangue, raccolti in maniera anonima ma geolocalizzati, verrebbero analizzati grazie a piattaforme su chip già in commercio e capaci di rilevare la presenza di centinaia di migliaia di anticorpi per malattie note. Secondo gli esperti, questi chip non avrebbero neppure il bisogno di essere aggiornati per scovare l’insorgenza di una nuova infezione come Covid-19: basterebbe infatti osservare un aumento di anticorpi aspecifici che riconoscono patogeni già noti e che automaticamente potrebbero rivelare la presenza di un loro ‘parente’ sconosciuto. Nel caso di Covid-19 ad esempio, uno studio simile condotto sulla popolazione di Wuhan prima ancora della scoperta del virus SarsCoV2 avrebbe permesso di osservare un aumento di anticorpi aspecifici diretti contro vari tipi di coronavirus, lanciando l’allerta.