(ANSA) – ROMA, 09 LUG – Dopo gli anni da presidente della Rai, “una cosa che mai avrei pensato di fare”, tornare a un programma d’inchiesta come Sette storie, in onda dal 29 giugno in seconda serata su Rai1, rappresenta “una riconnessione con la mia vera passione, quella che ho da quando ero bambina, il giornalismo”. Parola di Monica Maggioni, alla guida del programma che, dopo le puntate estive, tornerà in autunno per un impegno lungo tutta la stagione. Una sfida che passa anche per la scelta di utilizzare un linguaggio innovativo, lontano sia dal talk che dallo studio televisivo.
Tra le linee guida, il fatto che “nessun argomento sia tabù per il servizio pubblico. Conta il modo in cui lo si racconta”.
Le prime due puntate sono state dedicate agli Usa tra suprematismo bianco e la morte di George Floyd e alla sicurezza delle infrastrutture in Italia, con al centro il crollo del Ponte Morandi. La prossima sarà sui cambiamenti climatici, “considerati una pandemia in slow motion. Racconteremo non solo cosa succede, ma anche cosa si sta facendo e cosa si potrebbe fare di positivo”. Sugli altri temi di puntata del programma – scritto da Monica Maggioni con un board di autori che comprende Roberto Fontolan, Anna Migotto, Marcello Sorgi e Giovanna Boursier – vuole mantenere la sorpresa, “anche perché siamo in piena costruzione”.
Il direttore di Rai1 Stefano Coletta si dice “molto onorato del ritorno di Monica Maggioni sul piccolo schermo. Questo è un progetto a lunga scadenza. Il primo ciclo estivo aprirà la lunga serialità annuale (il nuovo titolo verrà svelato alla presentazione dei palinsesti, ndr)” . Coletta ha “sempre ritenuto Monica un cavallo di razza, per competenze, cifra televisiva e capacità di avere una conoscenza che va oltre il nostro piccolo osservatorio italico”.
Rispetto alle polemiche nate su alcune testate per i costi del programma, che sarebbero troppo alti, e per gli ascolti, Coletta sottolinea: “Costi e ascolti sono in linea con quelli che sono i consuntivi dei progetti di seconda serata”. Dovremmo “essere tutti molto contenti, che ci sia in Rai un’identità così profilata che può raccontare con profondità il nostro mondo”.