SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Lorenzo Marsaglia, tuffatore romano classe 1996 che si appresta a disputare la sua prima Olimpiade a Tokyo. Marsaglia gareggerà in Giappone nell’individuale e nel sincro, in coppia con Giovanni Tocci, atleta azzurro che, come Marsaglia, parteciperà agli imminenti Giochi Olimpici. Lorenzo ha raccontato quando si è avvicinato per la prima volta ad un trampolino e quali sono i suoi ricordi sportivi più significativi. Infine, è stato affrontato il tema dell’Olimpiade, in particolare cosa Lorenzo si aspetta da quest’avventura, quali sono i suoi obiettivi e quali sono gli atleti favoriti di questa edizione.
Lorenzo, come ti sei avvicinato al mondo dei tuffi? E perché, poi, hai deciso di proseguire su questa strada?
Quando ero molto piccolo praticavo nuoto, presso la piscina del Foro Italico, a Roma. Sul percorso che portava alla piscina del nuoto c’era la vetrata della piscina dei Mosaici, e lì c’erano i bambini che facevano tuffi. Un giorno mi sentivo un po’ annoiato dal nuoto, così ho deciso di provare qualcosa di più adrenalinico, dal momento che ero un bambino molto vivace: ho fatto una prova, mi sono tuffato, ho trovato questo sport molto divertente e ho deciso di cominciare a praticarlo. Anche se inizialmente non ero bravissimo, ho continuato a tuffarmi fino ad oggi.
Parteciperai a Tokyo 2020: dopo il pass staccato in sincro con Giovanni Tocci, è arrivata anche la qualificazione individuale nel trampolino 3 m. Quante ore di allenamento servono e in che modo vi allenate per realizzare poi, in gara, un tuffo sincro perfetto?
Io e Giovanni non ci alleniamo troppo spesso insieme, dal momento che abitiamo io a Roma e lui in Calabria. Spesso, è lui a raggiungermi a Roma, una settimana sì e una no, dipende dai periodi.
L’allenamento che svolgiamo è più o meno uguale a quello dell’individuale, e avendo entrambi due stili simili ci siamo troviamo subito molto bene. Credo che non sia tanto l’allenamento in sè, quanto la qualità delle ore passate insieme a fare il risultato.
Sei arrivato 13esimo nella semifinale dei 3 metri maschile alla Coppa del Mondo di Tokyo. È mancato veramente poco per accedere alla gara che assegna le medaglie, sei stato “beffato” per 25 centesimi dall’americano Briadam Herrera. Che sensazione hai provato? Questa competizione ti ha fornito maggiore consapevolezza in te stesso e nelle tue abilità?
Sicuramente, ogni gara ad alto livello dà un’adrenalina e una voglia di migliorarsi sempre maggiore.
Per quanto riguarda il rammarico per il 13esimo posto, posso dire di aver dato il massimo. Inoltre, è stato un anno complicato a causa del Covid: l’allenamento è stato diverso rispetto al solito e di gare ne abbiamo disputato poche. Per queste ragioni, io puntavo soltanto al pass olimpico. La finale sarebbe solo stata la ciliegina sulla torta, ma mi sono concentrato sulle Olimpiadi piuttosto che sulle gare di selezione.
Per quanto riguarda il sincro, qual è il tuffo più complicato da eseguire? E perché?
Il tuffo più complicato che facciamo in gara nel sincro è il quadruplo e mezzo avanti, sia come coefficiente di difficoltà, e quindi giudicato come il tuffo più difficile tra quelli che facciamo da regolamento, e poi anche perché in questo tuffo si gira molto velocemente, quindi perdere la sincronia durante dei movimenti molto rapidi è molto più facile, e questo non fa che incrementare la sua difficoltà.
Qual è il tuo ricordo sportivo più importante? E perché?
Sicuramente, la prima convocazione in Nazionale nella prima gara importante, quando mi sono qualificato nel 2017 ai Mondiali di Budapest. Inoltre, anche se con un peso diverso, è un bellissimo ricordo anche quello della mia prima medaglia di bronzo da 1 metro agli Europei di Kiev, due anni fa, la mia prima medaglia internazionale, che mi ha dato una grande dose di felicità e fiducia.
Per il tuo compagno Tocci è la seconda Olimpiade, dopo quella di Rio 2016, mentre per te si tratta della tua prima esperienza olimpica. Quali sensazioni prova uno sportivo nel momento in cui riceve una convocazione o si conquista una qualificazione per i Giochi Olimpici?
Le Olimpiadi sono il massimo risultato che qualsiasi atleta o bambino che si avvicina allo sport possa sognare, il raggiungimento del traguardo più importante che potrebbe portare, attraverso il miglioramento di sé stessi e delle proprie capacità, non solo ad una partecipazione o una qualifica, ma anche ad una finale o ad una medaglia.
Tu e Tocci vi siete piazzati al quinto posto con il record di punti personale di 412.68 nella seconda giornata della Coppa del Mondo, valida sia come qualificazione olimpica sia come test event all’Aquatics Centre. A vincere la gara è stata la coppia inglese Goodfellow-Laugher, con 440.94 punti. La coppia inglese è una delle più temibili? Quale coppia ritenete la favorita?
La coppia cinese, sulla carta, è la più forte di tutte. Anche gli inglesi sono una coppia temibile: hanno molta esperienza, hanno una serie competitiva e credo siano tra i possibili medagliati.
Dopodiché, si aprono le strade a qualsiasi sogno, dal momento che in gara alle Olimpiadi saremo in 8, tutte coppie molto forti, quindi vincerà chi sbaglierà di meno, come tutte le gare di tuffi.
Qual è l’obiettivo minimo che vorresti raggiungere ai giochi olimpici di Tokyo 2020?
In realtà, non ho un obiettivo minimo, in parte perché l’ho già raggiunto, ovvero la partecipazione a Tokyo 2020, e poi perché l’importante per me è fare bene, dare il mio meglio. Nel sincro sarà una gara secca, una finale, e vedremo cosa succederà. Al contrario, nell’individuale raggiungere una semifinale sarebbe un buon risultato.