È con profonda tristezza e indignazione che l’Associazione Animalisti Italiani annuncia la tragica morte di Bambotto, il cervo amato dalla comunità di Pecol, frazione di San Tomaso Agordino, nel Bellunese. È stato ucciso da un colpo di fucile sparato da un cacciatore.
Il Presidente dell’Associazione Animalisti Italiani, Walter Caporale, ha espresso il suo sdegno affermando: “L’uccisione di Bambotto è un atto inaccettabile. La caccia è violenza intollerabile, e da quando il governo ha approvato l’emendamento ‘caccia selvaggia,’ abbiamo assistito a una progressiva erosione delle norme di tutela della fauna selvatica.”
Donatella Zemboli, un’abitante di Pecol, è stata la prima a comunicare quanto accaduto a Bambotto. Nel suo post sui social, ha condiviso la storia del cervo: “Questo era Bambotto. Era nato 7 anni fa a Pecol, e da subito la sua mamma Minerva lo aveva portato sullo zerbino di Giorgio, affidandolo a noi abitanti. Da allora è diventato il nostro amatissimo cervo. Ho scritto ‘era’ perché Bambotto è morto. Ammazzato da un miserabile che crede di aver compiuto un’impresa e invece si è solo marchiato a vita come un poveraccio che ha sparato a un animale che ti mangiava dalle mani e si faceva coccolare fino ad addormentarsi tranquillo.”
L’Associazione Animalisti Italiani condanna con fermezza l’uccisione di Bambotto e promette di adire tutte le vie legali per garantire che giustizia sia fatta. Per facilitare l’individuazione del cacciatore responsabile, l’Associazione invita chiunque abbia informazioni a contattare il Presidente Walter Caporale attraverso l’indirizzo email [email protected] o il numero di cellulare 333 117 5670, garantendo l’anonimato.
L’Associazione Animalisti Italiani Onlus assicura che porterà il responsabile davanti alla giustizia.
Walter Caporale ha sottolineato: “Abbiamo scritto al Sindaco Moreno De Val affinché abbia il coraggio di denunciare anche lui il colpevole e di costituirsi parte civile nel processo. Chiediamo che venga realizzata una statua in ricordo di Bambotto. La caccia selvaggia è diventata una minaccia per la fauna selvatica e per la sicurezza delle comunità. Questo tragico episodio dimostra che gli animali sono vittime di una violenza che va fermata. Quel cacciatore ha ucciso per divertimento un animale che da anni era entrato a far parte di una comunità umana, che lo aveva accolto riconoscendolo nella sua unicità individuale.”
L’uccisione di Bambotto mette in luce una volta di più l’urgente necessità di rivedere le politiche sulla caccia in Italia. A gennaio 2023, il Governo ha approvato l’emendamento “caccia selvaggia,” che ha consentito una vera e propria deregulation venatoria, concedendo maggiori libertà di azione ai cacciatori. Il 16 settembre a Trento, l’Associazione Animalisti Italiani ha partecipato alla manifestazione nazionale contro la caccia: bisogna relegarla a quell’insieme di barbarie in ricordo di un nostro passato fatto sopraffazione nei confronti dei più indifesi.
La morte di Bambotto rimarrà un simbolo della lotta dell’Associazione Animalisti Italiani per porre fine alla caccia e garantire la protezione della fauna selvatica in Italia.