“Coloro che hanno vigliaccamente attaccato Charlie Hebdo, quattro anni fa, combattevano la liberta’ d’espressione e quindi la Repubblica. La Repubblica e’ sempre qui, e la liberta’ d’espressione e’ piu’ forte che mai. Non dimentichiamo coloro che l’hanno pagata con la loro vita”: queste le parole del presidente francese Emmanuel Macron in un tweet diffuso in piena commemorazione dell’attentato terroristico di quattro anni fa. Nell’attacco contro il giornale satirico, il 7 gennaio 2015, morirono 11 persone nella redazione oltre ad un poliziotto. Tra ingenti misure di sicurezza, a rendere omaggio oggi davanti alla sede parigina del giornale satirico, c’erano il sindaco socialista della capitale, Anne Hidalgo, il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, il ministro della Giustizia, Nicole Belloubet, il ministro della Cultura, Franck Riester, e il segretario di Stato all’Interno, Laurent Nunez. La cerimonia ufficiale si e’ poi spostata nel viale Richard Lenoir, nell’11ma circoscrizione, dove il poliziotto Ahmed Merabet fu ucciso da terroristi, non lontano dalla redazione del giornale, mentre pattugliava a piedi. La giornata commemorativa si e’ conclusa all’Hyper Cacher, il supermercato di porte de Vincennes, dove il 9 gennaio 2015, quattro clienti tutti ebrei, presi in ostaggio dal terrorista Amedy Coulibaly, furono uccisi. A questo bilancio si aggiunge l’uccisione, sempre da parte di Coulibaly, complice dei fratelli Che’rif e Said Kouachi, di un’agente di polizia municipale a Montrouge, l’8 gennaio. In tre giorni di attacchi di matrice jihadista contro la Francia hanno perso la vita 17 persone mentre i tre terroristi furono uccisi dalle forze dell’ordine.Quattro anni dopo l’indagine e’ chiusa: il 19 dicembre scorso la procura di Parigi ha chiesto l’apertura di un processo a carico di 14 persone coinvolte a vari livelli nel triplice attacco, non solo per sostegno logistico ai fratelli Kouachi e a Coulibaly. I giudici antiterrorismo devono ora decidere chi processare dinanzi ad una corte appositamente costituita. Inoltre, il 16 dicembre, e’ stato arrestato a Gibuti il jihadista Peter Cherif, latitante da anni, finora non giudiziariamente coinvolto nella vicenda di Charlie Hebdo, ma elementi di prova sembrano attribuirgli “un ruolo importante”. Ieri la medaglia nazionale di riconoscimento alle vittime del terrorismo, “in segno di solidarieta’ del paese e per contribuire alla coesione nazionale”, recita un comunicato dell’Eliseo, e’ stata assegnata a 40 persone, uccise o coinvolte in uno degli attacchi che hanno colpito la Francia. Si tratta della seconda promozione di cittadini onorati per il tributo dato nell’ondata di attentati cominciata il 7 gennaio 2015 e conclusa a Nizza il 14 luglio 2016.