Svoltosi a Bologna “Alle radici del bosco” evento che ha trattato la tutela delle aree forestali nazionali come strumento di lotta ai cambiamenti climatici e sostegno del territorio. Per l’occasione consegnati gli attestati ai partecipanti del “Progetto formativo agrario dell’Appenino” promosso da Accademia Nazionale di Agricoltura, Comando Regione Carabinieri Forestale col supporto della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Prof. Giorgio Cantelli Forti Pres. Accademia Nazionale di Agricoltura – “Oggi, con la consegna dei diplomi a questi giovani studenti, abbiamo idealmente piantato 120 alberi che cresceranno bene, perché hanno acquisito nuove nozioni sull’ambiente che li aiuteranno nel futuro percorso lavorativo. Educare con scienza ed etica senza allarmismi; così si contrasta il degrado ambientale tutelando il pianeta”.
Gen. B. Fabrizio Mari Carabinieri Forestale Emilia-Romagna – “Gestire in modo sostenibile le foreste è possibile, basti pensare che i boschi e le aree forestali sono cresciute negli ultimi 10 anni in Italia di oltre 500 mila ettari. Anche il futuro dei nostri boschi deve guardare alle future generazioni; per noi è un impegno e un valore formare i giovani con iniziative di sensibilizzazione ed educazione ambientale”.
Bologna, 23 marzo – “Alle radici del bosco” è stato il titolo dato alla giornata dedicata ad ambiente e boschi, tenutasi il 21 marzo a Bologna, la mattina all’Oratorio di S.Filippo Neri e il pomeriggio presso il Cubiculum Artistarum del Palazzo dell’Archiginnasio, organizzata da Accademia Nazionale di Agricoltura e Comando Regione Carabinieri Forestale Emilia-Romagna, in occasione della “Giornata Internazionale delle Foreste”, istituita dall’ONU nel 2012. L’evento è stato il momento per affrontare il tema della valenza multifunzionale dei boschi e degli ecosistemi forestali, che oggi devono essere visti come importanti centri di salvaguardia ambientale, idrogeologica, climatica, economica ed energetica.
La giornata è stata anche l’occasione per premiare gli studenti delle classi 4° e 5° dell’Istituto Superiore Arrigo Serpieri e delle sue sedi dislocate nelle colline e montagne bolognesi, gli istituti professionali per l’agricoltura e l’ambiente “Luigi Noè” di Loiano e “Benito Ferrarini” a Sasso Marconi, che hanno avuto la possibilità di presentare al pubblico i risultati del lavoro svolto durante la partecipazione al progetto “Attività formative e di orientamento per uno sviluppo socio-economico dell’Appennino”. Il progetto sviluppato dall’Accademia Nazionale di Agricoltura, con la collaborazione del Comando Regione Carabinieri Forestale, è stato supportato dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna con l’erogazione di 55.000 euro. La Prof.ssa Giusella Finocchiaro, Presidente Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente Accademia Nazionale di Agricoltura e il Gen. B. Fabrizio Mari, Comandante Regione Carabinieri Forestale Emilia-Romagna, hanno consegnato i diplomi di fine corso agli studenti che hanno partecipato alle attività formative.
La mattina, prima della consegna dei diplomi, sono intervenuti il Col. Gabriele Guidi, Gruppo Carabinieri Forestali Forlì-Cesena, che ha illustrato la legislazione forestale in Italia, il Prof. Federico Magnani, Distal Università di Bologna, che ha trattato il tema delle foreste come risorsa rinnovabile per il futuro, la Dott.ssa Giovanna Pezzi, Bigea Università di Bologna, con l’analisi della biodiversità dei castagneti e la Prof.ssa Livia Vittori Antisari, Distal Università di Bologna, la quale ha analizzato il sequestro di carbonio del suolo. Al termine degli interventi Simone Maretti ha proposto una lettura molto suggestiva del testo “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono.
Il pomeriggio gli interventi sono stati di carattere più tecnico con il Gen B. Fabrizio Mari, Comandante della Regione Carabinieri Forestale Emilia-Romagna, che ha aperto la sessione analizzando le attività di monitoraggio e tutela degli ecosistemi forestali dell’Arma dei Carabinieri, il Prof. Alessandro Chiarucci, Direttore Bigea Università di Bologna, che ha proseguito con la spiegazione delle foreste e dei nuovi scenari di conservazione della biodiversità, il Prof. Mauro Agnoletti, Cattedra Unesco Università di Firenze, il quale ha presentato l’atlante dei boschi italiani e l’Ing. Francesca Dallabetta, Dirigente Consorzio Bonifica Renana, che ha concluso trattando la gestione delle acque in territorio acclivi.
IL PROGETTO FORMATIVO AGRARIO DELL’APPENNINO
Sviluppato in corsi di 30 ore ha visto la partecipazione di 120 studenti di 6 classi, 8 tutor docenti del Serpieri e 18 docenti formatori dell’Università di Bologna, dell’Accademia Nazionale di Agricoltura, tecnici della Bonifica Renana, del CRPA e Ufficiali e Sottufficiali dei Carabinieri Forestali dell’Emilia-Romagna. Ciascuna classe ha usufruito di lezioni teoriche e due uscite sul territorio, presso aziende agricole, il Museo della Bonifica Renana e Stabilimento idrovoro di Saiarino-Argenta, il Castagneto Didattico-Sperimentale di Granaglione, dove gli studenti hanno potuto vivere esperienze pratiche legate all’insegnamento seguito da ciascuna classe (pedologico, castanicolo, benessere animale, meccanizzazione frutteto-vigneto, contrasto alla perdita di biodiversità). Le competenze acquisite sono state valutate con test all’inizio e al termine del corso e il giudizio degli alunni è risultato positivo e completamente soddisfacente per le nozioni apprese e le visite guidate svolte. Un dossier di 200 pagine è stato redatto a fine progetto con la raccolta dei questionari e delle relazioni di tutor e studenti. Il progetto si innesta in un percorso di investimento che la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna ha attivato a sostegno dei territori della fascia appenninica bolognese, che ben si collega con la mission di corretta divulgazione scientifica dell’Accademia Nazionale di Agricoltura e educazione ambientale alle nuove generazioni dei Carabinieri Forestali Emilia-Romagna. Lo sviluppo di lezioni teoriche, esercitazioni sul campo e visite guidate hanno fornito ai ragazzi, che si avviano alla conclusione del loro percorso scolastico, gli strumenti per operare una scelta professionale consapevole, nell’ottica di un futuro lavorativo che possa riflettersi positivamente sullo sviluppo delle comunità locali. Il fine ultimo del progetto è stato quello di catalizzare le capacità, la passione e lo spirito d’innovazione delle giovani generazioni verso un territorio che ha subito e continua a subire la vessazione della dimenticanza e dello spopolamento, ma che al contempo custodisce enormi potenzialità di crescita, mestieri artigiani da tramandare, antiche colture da recuperare, beni materiali e immateriali da valorizzare.