Associazioni animaliste e cittadini pronti a protestare ancora in difesa dei cuccioli di cane utilizzati per la sperimentazione nel centro sperimentale Aptuit di Verona. L’evento è previsto a Verona giorno 26 marzo alle ore 14.30, punto di ritrovo stazione Porta Nuova, e si sfilerà in corteo per chiedere la liberazione dei beagles e la loro salvezza.
I primi di settembre a Verona nel centro sperimentale Aptuit sono arrivati dalla Francia venti cuccioli di beagle di appena quattro mesi, venti cuccioli del miglior amico dell’uomo. Venti poveri cuccioli destinati a esperimenti di laboratorio, cioè destinati a essere “usati” come oggetti per la sperimentazione e a morire tra atroci sofferenze.
Come è possibile ancora tutto ciò? Come si può giustificare ancora tutto questo? Come si può fare questo a un cane? Come si può fare questo a una creatura?
E come é possibile che la “ex” vivisezione, ormai cosiddetta sperimentazione animale, non sia ancora stata abolita? Cambia il nome ma non la sostanza, e gli animali continuano a morire nei laboratori. Così come a fronte del divieto di allevare in Italia a scopo di ricerca cani, gatti e macachi, non c’è il divieto di utilizzarli e vengono acquistati come oggetti e fatti arrivare dall’estero per finire ugualmente nei laboratori. Attualmente in Emilia Romagna, a Parma e Ferrara si sta sperimentando sui macachi, ma in Italia, oltre a sperimentare su primati e roditori, nei laboratori non vengono risparmiati neanche cani e gatti. Nonostante la grande liberazione dei beagles di Green Hill del 2012, la sperimentazione sui cani non è mai finita e sta continuando.
Venti cuccioli del miglior amico dell’uomo, che ora avranno circa dieci mesi, usati per la sperimentazione. Venti cuccioli, e chissà quanti altri, visto che in Italia per la sperimentazione vengono utilizzati circa 600.000 animali, un numero spaventoso. Tra esperimenti su primati, esperimenti su esseri umani, esperimenti su cani e gatti, assurde proroghe che portano avanti all’infinito queste orrende pratiche, è chiaro ormai quanto tutto questo sia inaccettabile per tutti e non solo per gli animalisti.
“Noi non siamo contro la ricerca, appoggiamo la scienza contraria agli esperimenti sugli animali e chiediamo il rispetto della vita di tutti, sia degli animali sia degli umani”, dicono le associazioni.
“La sperimentazione sugli animali è un danno sia per la ricerca sia per gli animali, ma è soprattutto una questione di etica e coscienza. Salvare questi cani è anche una questione di cuore, non possiamo lasciarli morire in quei laboratori”, proseguono gli attivisti. A essere contrari agli esperimenti sugli animali non sono solo associazioni animaliste e cittadini, ma anche scienziati e organizzazioni internazionali di medici, come ad esempio la Limav in Italia. Sia il rispetto dei diritti degli animali, sia il progresso scientifico, necessario per sconfiggere le gravi patologie, vanno nella stessa direzione: lo stop definitivo ai test sugli animali in quanto non etici e non predittivi per la nostra specie, sostituendoli con la ricerca in vitro. Sperimentare sugli animali, disponendo oggi di metodi di valutazione di gran lunga più affidabili, significa sperperare immense risorse, causare immense sofferenze inutili agli animali e un ritardo irrecuperabile nella ricerca.
L’ Italia ormai è al centro di numerose e continue proteste contro la sperimentazione sugli animali, soprattutto dopo il caso dei macachi di Parma, Alan e Larry, che sono entrati nel cuore di tutti e sono diventati un simbolo di libertà.
Gli attivisti mandano un appello a tutti i cittadini per unirsi alle proteste insieme agli animalisti, perchè la lotta contro la sperimentazione sugli animali è una battaglia di giustizia e civiltà a cui dovrebbero partecipare tutti. La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui vengono trattati gli animali, diceva Gandhi, detto anche il Mahatma, ossia la Grande Anima.
Ruggiero Katia, referente Meta Parma e Avi Parma