Ordine pubblico, un tema di assoluta attualità. Difficile, delicato e complesso. Un tema che ha bisogno di continui adeguamenti e di restare sempre a centro dell’attenzione di chi deve garantire la sicurezza e la piena realizzazione di diritti, libertà e democrazia.
“Ordine pubblico. Strategie e prospettive” è stato il tema del convegno organizzato dalla Segreteria provinciale di Napoli della Fsp Polizia di Stato, che si è tenuto oggi nel capoluogo partenopeo, presentato da Stella Cappelli, Segretario generale vicario Fsp, che si è aperto con i saluti di Mauro di Giacomo e Giovanni Panico, rispettivamente Segretari Fsp di Napoli il primo, e della Campania il secondo, ed è stato moderato dalla giornalista Lucia Licciardi.
“Quello dell’ordine pubblico è un settore che necessita di attenzione” ha subito rimarcato il Questore di Napoli, Alessandro Guliano che, per far capire la portata dell’impegno necessario, ha dato i numeri della sua esperienza alla questura partenopea dove, ha spiegato, “ho emesso 10 ordinanze relative a servizi di ordine pubblico al giorno per quattro anni, per un totale di circa 15.000”, ma dove “i problemi registrati si contano sulle dita di una mano. Abbiamo operatori estremamente capaci, eppure i servizi di ordine pubblico finiscono agli onori delle cronache solo quando qualcosa non va, nessuno pensa al 99,9% delle cose che vanno bene”.
Del resto, “l’ordine pubblico è una delle mission primarie della Polizia di Stato, con un impegno quotidiano e grande sacrificio degli operatori” ha ricordato anche Paolo Cortis, Presidente dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, che ha centrato il proprio intervento proprio sugli eventi gestiti, che per il 90% sono calcistici. “Monitoriamo circa 120-130 incontri a settimana – ha spiegato – e suggeriamo misure organizzative congrue. Erano gli anni ’80 quando si cominciarono a manifestare problemi di grave violenza in occasione di manifestazioni sportive, un fenomeno trasnazionale a cui si è risposto via via con interventi normativi tutti dettati da emergenze contingenti. La normativa oggi è abbastanza articolata, ma la materia va continuamente adeguata, perché con il cambiare dei fenomeni i servizi devono essere rimodulati per cercare di gestire esigenze di sicurezza che sono estremamente fluide. Gli ultras, ad esempio, adesso cercano lo scontro al di fuori degli stadi, ci sono vere e proprie pianificazioni degli scontri, e serve un enorme lavoro di analisi e programmazione”.
Di una adeguata legislazione e soprattutto di un’azione giudiziaria a sostegno della prevenzione e del lavoro degli operatori di Polizia ha parlato anche il Direttore del Servizio reparti speciali della Polizia di Stato, Claudio Mastromattei, che ha iniziato richiamando la necessità di dotazioni fondamentali come bodycam e protocolli operativi, ma soprattutto della preparazione per l’operatore di ordine pubblico che, in Italia, oggi può contare su un modello binario estremamente valido e “invidiato in altri paesi”. “Sul piano dell’ordine pubblico – ci ha tenuto a precisare – non siamo secondi a nessuno. Il filo conduttore è il rigore: l’operatore del reparto mobile deve farsi forte della sua professionalità, finalizzata soprattutto a non avere contatti fisici. Per noi conta il rigore, ma ce lo aspettiamo anche da chi deve supportarci. Chiediamo sentenze veloci, leggi rigorose, misure limitative libertà personale più immediate possibili”.
Sulla stessa linea anche il Procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Sergio Amato titolare della Settima sezione sicurezza urbana, secondo il quale benchè “l’ordine pubblico sia un concetto più intuitivo che spiegabile, ed estremamente complesso, l’esigenza di garantirlo è ben chiara. Polizia e magistratura si muovono su due piani diversi ma che concorrono. Quelle di chi fa ordine pubblico sono scelte difficili, complicate, immediate. Ma la partita della prevenzione si basa anche sul procedimento penale e sull’effettività della pena. Probabilmente un sistema in cui la pena è effettiva produce i suoi effetti anche sulle dinamiche dell’ordine pubblico. Ciò che è davvero allarmante è la partecipazione disinvolta di massa nei disordini, e allora ragionare sull’effetto di prevenzione legato all’effettività delle pene ha un forte significato”.
Medesimi punti nodali anche nell’intervento di Rosaria Amato, Direttore dell’Ufficio ordine e sicurezza pubblica: “Quello dell’ordine pubblico è un tema complesso e delicato – ha esordito -. Non servono i giudizi del giorno dopo, serve un’attenzione costante. Le funzioni di ordine pubblico rispondono ad un’esigenza sociale, per consentire l’esercizio di diritti e libertà costituzionalmente garantite, e le parole d’ordine per chi le svolge devono essere professionalità e competenza. Con il passare degli anni aumenta il numero delle manifestazioni pubbliche, ma il numero degli incidenti è assolutamente fisiologico, bassissimo. Registriamo più incidenti nelle manifestazioni sportive, ma soprattutto più feriti fra gli operatori. Ma l’efficienza e l’efficacia delle nostre attività sono estremamente positive. Abbiamo aumentato il numero dei servizi e dei reparti per garantire i risultati, un 20% in più di personale impiegato nell’ordine pubblico dal 2019 al 2023. Bisogna sottolineare, però, che ben il 65% dell’impiego per l’ordine pubblico è della Polizia di Stato, solo 25% dei carabinieri, solo 10% della Guardia di finanza; ed è bene anche far sapere che nei giorni feriali impieghiamo da 2.700 a 3.000 operatori, e fino a 3.500 operatori impiegati nel fine settimana quando, si badi bene, ci dovrebbe essere il riposo. E’ chiaro quindi che il settore necessita di sostegno: aumento degli organici, forme compensative, flessibilità. Oggi, poi, il pericolo viene dal web, e servono regole e strumenti per poter indagare meglio. Altrettanto importante risulta la formazione, nonchè l’attenzione rivolta all’operatore, alle dinamiche personali, ai disagi psicologici, perché chi fa ordine pubblico è necessariamente sottoposto a forte stress emotivo, e vive inevitabilmente la paura. Le dotazioni, da ultimo, risultano fondamentali: il manganello non basta più, servono più mezzi per dotare i reparti mobili di strumenti per graduare la risposta rispetto all’offesa”.
I temi che si sono rincorsi e ripetuti nei vari interventi sono stati diretti per lo più al mondo politico “che – ha affermato il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni – deve farsi trovare pronto a dare risposte. La polizia italiana è la migliore al mondo, e perché il servizio sia all’altezza, deve poter contare sui mezzi necessari. Noi dobbiamo tenere alto il livello della nostra polizia, anche perché la sicurezza è la precondizione per lo sviluppo del paese. La scurezza è un bene, è un diritto, è un valore, e per garantirla, dobbiamo garantire chi la fa. Chi fa ordine pubblico è sottoposto a stress, fatica, e soprattutto alla mancanza di rispetto, eppure resta professionale e preparato, e merita lo sforzo della politica, ma anche degli altri attori coinvolti. Sulle manifestazioni sportive, ad esempio, l’anno scorso ci sono stati circa 2020 eventi sportivi, e impiegati 200.000 poliziotti. Non è normale. E’ giusto che ogni protagonista si assuma sue responsabilità, a partire dalle società sportive. Quanto a noi, dobbiamo garantire le dotazioni tecnologiche, a cominciare dalle bodycam per cui Fsp si è tanto battuto, dobbiamo poter contare sul giusto grado di collaborazione con magistratura e degli enti locali. Prima di tutto, però, a mio parere l’onere della politica è di continuare a lavorare sugli organici, guardando al futuro per risolvere i problemi legati alla sciagurata legge Madia. La stagione di tagli lineari e chiusure è stata archiviata, però andiamo incontro a 40.000 poliziotti che andranno in pensione, e non a caso nell’ultima legge di bilancio abbiamo messo 100 milioni di euro all’anno per assunzioni straordinarie. Altri passi indispensabili saranno: iniziare ammettere i soldi per il rinnovo contrattuale, rivedere l’organizzazione dei presidi sul territorio, rafforzare le dotazioni e garantire benessere dei poliziotti”.
Un incontro ricco di spunti, proposte e riflessioni, dunque, portati infine a sintesi nelle conclusioni di Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, che ha esordito con una frase che li ha racchiusi tutti: “La priorità per gli appartenenti ai Reparti mobili è il rispetto della loro professionalità sotto tutti i profili e in tutti i sensi, a partire dal rispetto della loro umanità”.