(ANSA) – ROMA, 20 APR – La libertà religiosa è violata in
quasi un terzo dei Paesi del mondo (31,6%), dove vivono circa
due terzi della popolazione mondiale; 62 Paesi su un totale di
196 registrano violazioni molto gravi della libertà religiosa.
Il numero di persone che vivono in questi Paesi sfiora i 5,2
miliardi, poiché tra i peggiori trasgressori vi sono alcune
delle nazioni più popolose del mondo (Cina, India, Pakistan,
Bangladesh e Nigeria). E’ quanto emerge dal Rapporto sulla
libertà religiosa nel mondo della fondazione pontificia Aiuto
alla Chiesa che Soffre.
Nell’ultimo anno si sono registrate anche discriminazioni per
le minoranze negli aiuti per la pandemia da Covid-19. Si osserva
poi in alcuni Paesi una escalation delle violenze sessuali come “arma” per la conversione.
La minaccia jihadista si sposta dai paesi dove era nato
l’Isis, Siria e Iraq, soprattutto in Africa ma anche nelle aree
del mondo con “lo scopo di creare un sedicente califfato
transcontinentale”, ha detto il direttore di Acs-Italia,
Alessandro Monteduro. “In 26 nazioni del mondo si soffre la
persecuzione. Nove Paesi per la prima volta si sono aggiunti
alla lista: sette in Africa (Burkina Faso, Camerun, Ciad,
Comore, Repubblica Democratica del Congo, Mali e Mozambico) e
due in Asia (Malesia e Sri Lanka). La causa principale – ha
spiegato Monteduro – è la progressiva radicalizzazione del
continente africano, specie nelle aree sub-sahariana e
orientale, dove la presenza di gruppi jihadisti è notevolmente
aumentata. Questa radicalizzazione non si limita tuttavia
all’Africa. Il Rapporto 2021 di Acs sulla libertà religiosa nel
mondo descrive il consolidamento di un network islamista
transnazionale che si estende dal Mali al Mozambico, dalle
Comore nell’Oceano Indiano alle Filippine nel Mar Cinese
Meridionale, il cui scopo è creare un sedicente califfato
transcontinentale”. (ANSA).
Fonte Ansa.it