La guerra degli Houthi nel Mar Rosso minaccia di bloccare le esportazioni di frutta e verdura italiana fresca e trasformata in Asia, per un valore di quasi 800 milioni, a causa dell’insostenibile aggravio di costi per le spedizioni con le navi costretta circumnavigare l’Africa per evitare gli attacchi delle milizie yemenite. A lanciare l’allarme da Berlino è il presidente della Coldiretti Ettore Prandini a Fruit Logistica per il summit con i rappresentanti delle organizzazioni di produttori sul futuro del settore messo a rischio dalle tensioni internazionali ma anche dalle folli politiche green dell’Unione Europea.
Il blocco del Mar Rosso ha portato a quadruplicare i costi di trasporto sulla rotta Mediterraneo – Cina dall’inizio dell’anno ad oggi – rileva Coldiretti -, mentre per arrivare in India circumnavigando il continente africano si impiega più di quaranta giorni rispetto ai ventotto attraverso lo stretto di Suez. Il risultato è che le esportazioni nazionali di frutta e verdura Made in Italy dirette in medio oriente, India e sud est asiatico scontano ora un aumento dei costi di trasporto stimabile in quasi 10 centesimi per ogni chilogrammo che incide sulla competitività delle imprese nazionali. Una situazione che aggrava il gap logistico dell’Italia, che comporta già un aggravio di spesa superiore dell’11% rispetto alla media europea e ostacola – continua Coldiretti – lo sviluppo del potenziale economico del Paese, in particolare per i settori per i quali il sistema dei trasporti risulta cruciale, come nel caso dell’ortofrutta.
Le produzioni più penalizzate sono i derivati del pomodoro, per un valore di circa 270 milioni, davanti alle mele, le cui vendita in Asia ammontano a 170 milioni, assieme ai kiwi, secondo una stima Coldiretti su dati Istat. Ma tra gli alimentari interessati alle esportazioni in Asia oltre all’ortofrutta fresca e trasformata, ci sono anche la pasta e prodotti da forno, dolci e vino per un valore complessivo stimato in 5,5 miliardi nel 2023.
Il blocco del Mar Rosso pesa anche sulle importazioni dall’Asia di fertilizzanti, che rappresentano ben il 15% del totale degli arrivi in Italia, per un valore di circa 200 milioni nel 2023, con un preoccupante impatto sui costi di produzione delle imprese agricole che coltivano frutta e verdura. Ad essere interessati sono soprattutto i concimi idrosolubili che vengono utilizzati nella fertirrigazione e per i quali si avvertono già le prime tensioni sui prezzi, secondo Coldiretti.