La pioggia torrenziale, che fra il 2 ed il 3 ottobre si è abbattuta tra la Francia sud-orientale e l’Italia del Nord-Ovest, ha causato conseguenze disastrose. Le piene dei fiumi hanno toccato livelli localmente record, superando limiti eccezionali raggiunti in occasione di eventi straordinari degli ultimi decenni.
Abbiamo già evidenziato l’eccezionalità delle precipitazioni cadute in Piemonte su alcune aree della Val Tanaro, la Val Roja, ma anche sul Verbano. Le centraline meteo hanno registrato quantitativi di pioggia persino superiori ai 600 mm in 24 ore.
Si tratta di accumuli pluviometrici incredibili, che normalmente dovrebbero cadere diluiti nell’arco di diversi mesi, se non addirittura localmente in quasi un anno. Tutta quest’acqua eccezionale si è riversata su fiumi e torrenti, in molti casi esondati con danni immensi.

L’immagine del satellite Sentinel-2 vale più di mille parole e mostra tutta l’intensità del maltempo che si è abbattuto nell’area alluvionata tra le Alpi Marittime ed il Nord-Ovest italiano. I fiumi hanno infatti riversato un quantitativo enorme di fango e detriti in mare aperto, lungo un’ampissima estensione.
La traccia di macchia marrone lasciata dalla foce dei maggiori fiumi è impressionante sul tratto tra il Ponente Ligure e la costa sud-orientale francese. Lo scatto dallo spazio, dopo qualche giorno, mostra ancora il contrasto davvero notevole rispetto al normale colore dell’acqua marina.
Ciò non fa altro che confermare l’entità dell’evento meteo estremo, per quanto relativamente localizzato come sovente avviene nelle alluvioni lampo. Tuttavia, come osserviamo da tempo, episodi del genere sono sempre più ricorrenti e hanno tempi di ritorno sempre più brevi.