La sonda, composta da un modulo orbitante, uno di allunaggio, uno di risalita e uno di rientro, è stata lanciata in orbita il 24 novembre. Il 1° dicembre, i moduli di allunaggio e risalita sono atterrati a nord del Mons Rumker nell’Oceanus Procellarum, sull’emisfero visibile della Luna.
La missione prevedeva la raccolta di campioni di rocce per portarli sulla Terra: il lander della missione cinese Chang’e 5 ha fatto una settimana intensa di lavoro, durante la quale ha perforato e scavato il suolo lunare per raccoglierne campioni.
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La Cina è di diritto diventata il terzo Paese al mondo, dopo Usa e Russia, ad avere materiale del satellite terrestre da studiare. L’ultima missione del genere risale al 1976 e fu la sovietica Luna 24. Era una missione robotica, come lo è la cinese Chang’e 5.
Gli astronauti, prima di allora, raccolsero campioni del suolo lunare: lo aveva fatto la storica missione Apollo 11 della Nasa, la prima a portare l’uomo sulla Luna, e poi le missioni Apollo 12, 14, 15, 16 e 17, per un totale di oltre 382 chilogrammi di rocce lunari.
Rientro imminente sulla Terra
Come da programma, la sonda si appresta ad atterrare sulla Terra. Il modulo orbitante e quello di rientro della sonda cinese Chang’e-5 hanno lasciato l’orbita della luna, dopo circa 6 giorni. Il modulo ha completato la manovra alle 9:54 del mattino del 14 dicembre.
I due motori 25N disposti sulla coppia orbiter-returner della sonda cinese Chang’e-5 si sono azionati per circa 28 secondi, permettendo alla sonda di completare la prima correzione orbitale durante il suo viaggio di ritorno verso la Terra, per sfuggire alla gravità lunare.
Lo scopo di questa correzione è quello di consentire alla sonda di seguire in modo più accurato l’orbita predeterminata e fare ritorno con pieno successo sulla Terra nella Bandiera di Siziwang, nella Regione autonoma della Mongolia Interna, in Cina settentrionale.
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