Dal 3 al 5 febbraio nel padiglione 7 della Fiera di Vicenza è in programma Rally Meeting, una manifestazione di cui Miki Biasion è l’ideatore, organizzatore e patron. La kermesse vuole rendere omaggio a tutti i campioni che hanno esaltato lo sport del traverso, facendo rivivere le loro straordinarie imprese e ripercorrerà anche la storia del campionato italiano rally.
Il campionato italiano rally compie 60 anni
La prima edizione del torneo tricolore andò in scena nel 1961, l’anno delle celebrazioni per il primo centenario dell’unità d’Italia. La disciplina era agli albori e la Csai l’aveva classificata come “competizione turistica” con prove di velocità o di abilità da “svolgersi prevalentemente su percorsi in salita o su circuiti che offrano ogni garanzia per l’incolumità dei piloti e del pubblico”.
Già ricco il quadro dei partecipanti, con in prima fila Arnaldo Cavallari, Giulio Bisulli, Ferdinando Tecilla, Fulvio Lipizer, Luigi Tabaton ai quali ben presto s’aggiunsero piloti del calibro di Leo Cella e Franco Patria, il velocista Gigi Taramazzo e l’indimenticato Ignazio Giunti.
Furono dieci le gare in calendario: dalla Coppa Rivera di Ponente al Rally Trulli e Grotte passando per il Rally internazionale della Sardegna, il Rally dei Rododendri e il Rally delle Dolomiti. Ad aggiudicarsi il primo titolo tricolore fu Luigi Marsaglia, al volante di una Fiat 1100 TV. Nei tre anni successivi ad imporsi fu Arnaldo Cavallari alternatosi al volante di una A.R. Giulietta TI e di una Giulia Super, rivelandosi anche uno scopritore di talenti. L’adriese chiamò al suo fianco un giovanissimo Sandro Munari, conosciuto durante una gara di kart.
Poi toccò ad Enzo Martoni e Leo Cella, quindi nel 1967 a Sandro Munari. Cavallari, in coppia con Dante Salvay su Lancia Fulvia HF 1.3 ritornò sul podio più alto nel 1968. Nel 1969 Sandro Munari si riprese la corona. Alcide Paganelli, coadiuvato da Nini Russo, nel 1970 portò al vertice della classifica la Fiat Sport Spider gruppo 4, dopo aver vinto il Rally dell’Isola d’Elba e l’Alpe della Luna, precedendo nella graduatoria nazionale Sergio Barbasio e Pino Ceccato. Barbasio, con Piero Sodano alle note, vinse il tricolore nel 1971 (tre vittorie assolute: 1000 Km dell’Adriatico, Alpi Orientali, Medio Adriatico) anticipando Luciano Trombotto e ancora lo scledense Ceccato.
Il ligure, portacolori della Lancia, si ripetè nel 1972. Nel 1973, invece, toccò ad Amilcare Ballestrieri in coppia con Silvio Maiga. Maurizio Verini mise tutti in riga nel 1974. L’anno dopo il titolo non sfuggì a Bobo Cambiaghi, la “Jena”, che sul sedile di destra aveva Emanuele Sanfront. Toni-Mannini, con la Lancia Stratos, s’imposero nel 1976; Pregliasco-Reisoli primeggiarono nel 1977. Vudafieri salì sul podio più alto nel 1978 e dodici mesi dopo fu costretto a cedere le insegne del primato al corregionale Tony.
Nel 1980 Vuda, con la Fiat 131 Abarth che aveva nel frattempo pensionato la Stratros, si riprese il titolo battendo proprio Tony il quale, l’anno successivo mise in riga tutti con la Opel Ascona 400 Gruppo 4. Il 1982 fu dominato dalla Ferrari 308 Gtb di Tonino Tognana-Massimo De Antoni. I due trevigiani nelle battute finali del campionato salirono sulla Lancia 037 vincendo il Rally di San Marino davanti a Biasion e a Cerrato, entrambi su Opel Ascona 400.
Nel 1983 la definitiva consacrazione di Miki Biasion
Il 1983 segnò la definitiva consacrazione di Miki Biasion (foto a sx), vincitore sia dell’italiano che dell’europeo con la Lancia 037 Totip del Jolly Club, un grande passo verso gli allori mondiali! Adartico Vudafieri ci mise ancora del suo nel 1984 precedendo Lucky-Berro su Ferrari 308 Gtb. Con la Lancia Rally di gruppo B, Fabrizio Tabaton si laureò campione italiano nel 1985 davanti a Bentivogli e a Chiti.
Dario Cerrato vinse l’anno successivo con la Delta S4 e, dopo aver ceduto momentaneamente la corona a Michele Rayneri (Lancia Rally) nel 1987, se la riprese nelle successive quattro stagioni con la Delta 4Wd poi portata a 16 valvole. Delta Integrale anche per Piergiorgio Deila, campione 1982, davanti a Cunico e a Gianmarino Zenere.
Stessa vettura vincente, nel 1993, per il bassanese Gilberto Pianezzola in coppia con Loris Roggia. Gianfranco Cunico s’impose nel ‘94, ‘95, ‘96, cogliendo una storica tripletta con la Escort Cosworth.Nel 1997 fu la volta di Andrea Dallavilla (Subaru Impreza). Andrea Aghini, con la Toyota Corolla, vinse nel ‘98 e nel ‘99. Il testimone passò nelle mani di Piero Longhi nel 2000 quando corse con il bassanese Lucio Baggio.
Il primo titolo di Paolo Andreucci è targato 2001. Il toscano è salito sul podio più alto altre 10 volte (2003, 2006, 2009, 2010, 2011, 2012, 2014, 2015, 2017, 2018) alternandosi al volante della Fiat Punto Abarth, della Peugeot 207 S2000 e della 208 T16. Nei rarissimi spazi lasciati liberi da Andreucci hanno trovato gloria Renato Travaglia (2022), Andrea Navarra (2004), Piero Longhi (2005), Giandomenico Basso (2007, 2016, 2019, 2021), Luca Rossetti (2008), Umberto Scabdola (2013) e Andrea Crugnola (2020,2022) detentore dell’ultimo tricolore conquistato assieme al bassanese Pietro Elia Ometto.
Rally Meeting 2023: presenti tanti campioni dello sport del traverso
Tanti di questi pluristellati campioni saranno ospiti di Miki Biasion a Rally Meeting. Ascoltarli sarà come riaprire le pagine più belle ed emozionanti della storia motoristica non solo italiana ma mondiale. E in esposizione ci saranno le macchine più famose, pronte a scattare come se il tempo si fosse fermato.
Gli assi del drifting sulla pista di Rally Meeting
Non solo auto e incontri ma anche tanto spettacolo al Rally Meeting 2023. Infatti quest’anno la manifestazione allarga gli orizzonti e oltre all’esposizione delle auto più belle e curiose che hanno calcato la scena motoristica mondiale propone una serie di esibizioni nel paddock esterno con grandi interpreti del volante.
Gli appassionati del controsterzo potranno ammirare gli specialisti del drifting, la disciplina regina del “traverso”, grazie alle performance dei piloti più bravi della specialità che anche in Italia sta prendendo piede sotto l’egida di Aci Sport. Pronti a duellare a colpi di acceleratore e freno saranno il campione italiano in carica, il torinese Alberto Meregalli con una potente Nissan 350Z, il veronese Alberto Cona (Bmw M3), detentore della corona Categoria Pro, il padovano Samuele Milani (Bmw M3) leader della categoria Pro2 e il ventitreenne vicentino Alberto Festival (Bmw turbo) classificatosi terzo assoluto nel trofeo Under 28 del 2021 Manuel Vacca, invece, portacolori del Team Aci Italia che lo scorso anno ha contribuito al successo della squadra italiana nella prova europea disputatasi in Francia, esporrà la sua Bmw Turbo nel padiglione di ACi Vicenza a sarà pronto a svelare ai tifosi come controllare l’auto quando perde aderenza intraversandosi.
L’abilità dei piloti consiste infatti nel percorrere in derapata curve e controcurve passando il più vicino possibile ai clipping point con una fluidità di guida che richiama le pennellate dei maestri del colore.
Due le esibizioni giornaliere previste sulla pista esterna il sabato e la domenica. Spettacolo puro, quello proposto dagli assi del drifting, favorito dagli oltre 500 cavalli dei motori turbo e dagli assetti “morbidi” che facilitano i cambi di direzione senza mai raddrizzare le ruote. Il drifting è nato in Giappone ma da più di dieci anni sta trovando consensi anche nel nostro paese.
Emanuele Festival, papà di Alberto, per il quinto anno consecutivo si appresta ad organizzare il campionato italiano per conto di Aci Sport. Emanuele Festival è al lavoro anche per allestire in Italia un Memorial dedicato a Ken Block, il campione incontrastato della specialità, tragicamente scomparso ad inizio anno mentre stava facendo un’escursione con la motoslitta. Partirà da Vicenza quindi, grazie a Rally Meeting, il ricordo di Ken Block.
Info: www.rallymeeting.com.