Tra i nomi per Bruxelles c’è Colao. Spunta anche l’ipotesi Affari economici
di Emilia Patta
Conte bis, Di Maio: “Non esiste più il problema dei vicepremier”
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Nicola Zingaretti a fine serata poteva intanto tirare un sospiro di sollievo: con l’auspicato passo indietro di Luigi Di Maio da Palazzo Chigi, dovuto al fatto che il Pd per primo si è sfilato, cade il “teorema” politico di Giuseppe Conte premier super partes: «Conte è un premier del M5s».
Questo significa un riequilibrio della compagine governativa, con l’ipotesi di 9 ministeri ciascuno ai due azionisti maggiori più un ministero alla sinistra di Leu (Vasco Errani, Loredana De Petris o Rossella Muroni per la casella degli Affari regionali o della Sanità se non venisse confermata la pentastellata Giulia Grillo).
Resta solo un ministero che al momento, prima della stretta finale sui nomi, viene dato con qualche certezza in quota “tecnica”: il Viminale. Per gli Interni si fanno infatti i nomi dell’attuale capo della Polizia Franco Gabrielli e dell’ex prefetto di Milano Luciana Lamorgese (c’è il precedente di una donna ex prefetto al Viminale, ossia Annamaria Cancellieri nel governo Monti), ma resta sul campo l’ipotesi più politica di un nome di peso del Pd (sullo sfondo c’è anche il ritorno di Marco Minniti).
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Soddisfazione a parte di Largo del Nazareno, che nella battaglia dei vicepremier degli ultimi giorni ha puntato anche a un ridimensionamento del peso politico di Di Maio in quanto protagonista della stagione dell’abbraccio con la Lega di Matteo Salvini, resta il nodo della collocazione nel Conte bis dell’ancora capo politico del M5s.
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